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Nessuna modifica: la ricetta arrivata dalla giunta di Luca Zaia e dall'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin per far fronte alla carenza di medici impiegando gli specializzandi è stata approvata dalla maggioranza del Consiglio regionale a scatola chiusa. Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno respinto tutti gli aggiustamenti avanzati dalle opposizioni che avevano fatto proprie le istanze delle categorie sindacali. Dunque, via libera agli specializzandi come medici di base e pure in Pronto soccorso.
Specializzandi come medici in Veneto
La legge ordinamentale approvata ieri dal consiglio regionale prevede che i medici iscritti ai corsi di formazione in medicina generale potranno avere già dal primo anno incarichi temporanei sino a 1.000 assistiti in convenzione (anziché 650 come previsto attualmente per gli incarichi temporanei), elevabili a 1.200 per i medici al secondo e terzo anno del percorso di formazione. Le ore di incarico temporaneo di cura primaria saranno pagate in aggiunta alla borsa di studio e riconosciute come attività pratica valida ai fini del titolo formativo. Per quanto riguarda i Pronto soccorso, l'ordinamentale prevede che gli specializzandi già dal primo anno possano lavorare nei servizi di urgenza ed emergenza con contratti libero professionali o di collaborazione continuata continuativa.
«Bene, sono misure urgenti per curare la gente», ha commentato in una nota il governatore Luca Zaia. «Così allentiamo la tensione sul fronte della carenza di medici, che è una priorità assoluta», ha aggiunto l'assessore Manuela Lanzarin. «Soluzioni che daranno risposte alle esigenze dei cittadini», ha detto la presidente della Quinta commissione Sonia Brescacin. «È stata un'operazione chirurgica riuscita ottimamente, il tempo dei ricatti del Pd è terminato», ha detto il capogruppo della Lega, Alberto Villanova. «Sono state ignorate le richieste dei medici e dei cittadini», ha ribattuto il Pd di Giacomo Possamai.
Approvato, invece, all'unanimità l'ordine del giorno di Elena Ostanel (VcV) per istituire un piano diagnostico terapeutico per il trattamento della vulvodinia, malattia che colpisce una donna su sette e su cui sta portando avanti una battaglia il frontman dei Maneskin, Damiano David. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino