OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BELLUNO Voglia di dirsi sì, per sempre. Se il Covid, in città, ha fatto crollare il numero di matrimoni celebrati davanti ad un sacerdote, non così si può dire per le unioni a livello civile. Nel 2020 sono 42 le coppie che si sono sposate con rito civile in Comune, nell’“annus horribilis” della pandemia. Nel 2019 erano addirittura meno: 41 coppie. Diverso il trend dei riti religiosi: che con il covid è andato decisamente a picco. In base ai dati dell’Ufficio anagrafe e stato civile di Belluno solo 11 coppie si sono sposate in chiesa, rispetto alle 42 convolate nozze con rito religioso nel 2019. Il totale dei matrimoni in città nell’anno del virus sono 53, contro gli 83 del 2019. Forse qualcuno, con le chiese forzatamente chiuse, ha ripiegato sulla sola unione civile. Ecco le unioni degli ultimi 60 anni.
File Importato GZ_Matrimonipdf_13204959.pdf
CALO INESORABILE
Certo sono lontani i tempi in cui, sostanzialmente, tutti si sposavano in chiesa: nel 1960, per esempio, a fronte di ben 220 matrimoni religiosi celebrati in città l’Ufficio anagrafe segna “zero” per i civili. Dieci anni dopo, nel 1970, sono 7 i civili contro 250 religiosi. Salgono gradualmente, per stabilizzarsi tra 40 e 50, i civili: 33 nel 1980, 44 nel 1990, 45 nel 2000, 48 nel 2013, 31 nel 2014, 45 nel 2015, 42 nel 2016, 40 nel 2017, 53 nel 2018.
PRANZO DI NOZZE
Al ristorante “Al Borgo” un solo pranzo di nozze, nel 2020, a settembre. «Un terzo delle coppie ha rinviato a quest’anno, due terzi, viste le regole dell’assembramento che continuano, hanno deciso di sposarsi due anni dopo il previsto, l’anno prossimo quindi. Questo per riuscire a fare un po’ di festa. Per poter brindare, alzarsi dal tavolo, salutare gli ospiti consegnando i confetti», spiegano Luca e Davide Viel che nel 2019 organizzavano una ventina di pranzi. Poi una curiosità: «Tornano a sposarsi qui dei bellunesi che vivono all’estero, magari chiedendo alcuni particolari nell’allestimento – racconta Luca - come il ragazzo che ha sposato una russa e ha voluto, in onore alle tradizioni della novella moglie, sul soffitto una fila di luci, tipo quelle che noi usiamo a Natale». Al ristorante locanda “Nogherazza” la forbice tra annata prepandemia e 2020 è così sintetizzata dal titolare Luigi Manacori: «Tra maggio e settembre, a parte la settimana di ferragosto, avevamo tutti i sabati occupati da una festa di matrimonio». Ma non ci sono più, da decenni, le cerimonie faraoniche da 200-300 persone. «Noi avevamo tra gli 80 e i 100 invitati», spiegano. E nel 2020? «Due matrimoni, uno a fine agosto e uno ad inizio ottobre, nelle finestre possibili in base al colore». «Molti eventi, dai matrimoni ai convegni, che erano in agenda nel 2019 sono stati cancellati, a volte spostati nel 2020 – affermano al Park Hotel Carpenada – il calo è stato significativo, tutta la banchettistica ne ha risentito. A giugno dovremmo ripartire con i primi, anche se siamo in attesa di chiarezza sulla normativa».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino