Matrimoni a Palazzo Rosso: in crescita anche in pandemia, a picco le cerimonie religiose e i pranzi

Venerdì 14 Maggio 2021 di Daniela De Donà
Matrimoni in Comune in crescita anche in pandemia

BELLUNO Voglia di dirsi sì, per sempre.

Se il Covid, in città, ha fatto crollare il numero di matrimoni celebrati davanti ad un sacerdote, non così si può dire per le unioni a livello civile. Nel 2020 sono 42 le coppie che si sono sposate con rito civile in Comune, nell’“annus horribilis” della pandemia. Nel 2019 erano addirittura meno: 41 coppie. Diverso il trend dei riti religiosi: che con il covid è andato decisamente a picco. In base ai dati dell’Ufficio anagrafe e stato civile di Belluno solo 11 coppie si sono sposate in chiesa, rispetto alle 42 convolate nozze con rito religioso nel 2019. Il totale dei matrimoni in città nell’anno del virus sono 53, contro gli 83 del 2019. Forse qualcuno, con le chiese forzatamente chiuse, ha ripiegato sulla sola unione civile. Ecco le unioni degli ultimi 60 anni.

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CALO INESORABILE

Certo sono lontani i tempi in cui, sostanzialmente, tutti si sposavano in chiesa: nel 1960, per esempio, a fronte di ben 220 matrimoni religiosi celebrati in città l’Ufficio anagrafe segna “zero” per i civili. Dieci anni dopo, nel 1970, sono 7 i civili contro 250 religiosi. Salgono gradualmente, per stabilizzarsi tra 40 e 50, i civili: 33 nel 1980, 44 nel 1990, 45 nel 2000, 48 nel 2013, 31 nel 2014, 45 nel 2015, 42 nel 2016, 40 nel 2017, 53 nel 2018. Fino ai 41 nel 2019 e ai 42 nel 2020. Ben più netti i numeri in calo nel “concordatario”, cioè quel matrimonio che si svolge davanti al ministro di culto cattolico e che, per legge dello Stato a partire dal 1929, produce effetti anche civili: a Belluno si passa dai 220 del 1960 ai 250 del 1970, ai 163 del 1980, ai 117 del 2000. Lo scalino è proprio nel 2000: si passa dai 117 ai 54 matrimoni religiosi celebrati nel 2013. Sono ancora 54 nel 2014, 46 sono quelli nel 2015, 31 nel 2016, 33 nel 2017, 34 nel 2018.  Anche in questo maggio 2021, mese tradizionale per le spose, non sono previsti grandi cambia di rotta per le attività che vivono, a cascata, sulla festa dello scambio degli anelli: non si acquistano vestiti in tulle, borsette, smoking. Non si ordinano bomboniere. Paga pegno anche il bilancio del Comune di Belluno: nella Relazione di Gestione 2020 dell’ente la tabella “Entrate dalla vendita e dall’erogazione di servizi” mostra a quanto ammontino i proventi per celebrazioni di matrimoni. Nelle casse del Comune 4450 euro nel 2020: quasi 1000 euro in meno (950 per la precisione) rispetto a quanto era stato previsto prima della pandemia.

PRANZO DI NOZZE

Al ristorante “Al Borgo” un solo pranzo di nozze, nel 2020, a settembre. «Un terzo delle coppie ha rinviato a quest’anno, due terzi, viste le regole dell’assembramento che continuano, hanno deciso di sposarsi due anni dopo il previsto, l’anno prossimo quindi. Questo per riuscire a fare un po’ di festa. Per poter brindare, alzarsi dal tavolo, salutare gli ospiti consegnando i confetti», spiegano Luca e Davide Viel che nel 2019 organizzavano una ventina di pranzi. Poi una curiosità: «Tornano a sposarsi qui dei bellunesi che vivono all’estero, magari chiedendo alcuni particolari nell’allestimento – racconta Luca - come il ragazzo che ha sposato una russa e ha voluto, in onore alle tradizioni della novella moglie, sul soffitto una fila di luci, tipo quelle che noi usiamo a Natale». Al ristorante locanda “Nogherazza” la forbice tra annata prepandemia e 2020 è così sintetizzata dal titolare Luigi Manacori: «Tra maggio e settembre, a parte la settimana di ferragosto, avevamo tutti i sabati occupati da una festa di matrimonio». Ma non ci sono più, da decenni, le cerimonie faraoniche da 200-300 persone. «Noi avevamo tra gli 80 e i 100 invitati», spiegano. E nel 2020? «Due matrimoni, uno a fine agosto e uno ad inizio ottobre, nelle finestre possibili in base al colore». «Molti eventi, dai matrimoni ai convegni, che erano in agenda nel 2019 sono stati cancellati, a volte spostati nel 2020 – affermano al Park Hotel Carpenada – il calo è stato significativo, tutta la banchettistica ne ha risentito. A giugno dovremmo ripartire con i primi, anche se siamo in attesa di chiarezza sulla normativa». 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 05:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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