TREVISO - Madre assassinata: la tragedia nel diario del figlio. Un quaderno, sequestrato nell’abitazione di Moreno Coletti a Cordignano, contiene numerosi disegni che,...
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Ma il vero colpo di scena, ieri, è avvenuto in carcere dove era tutto pronto: gip e cancelliere da una parte, Moreno Coletti dall'altra. Ma il legale del 35enne che ha gettato la madre, Paolina Soporosi, dall'ottavo piano dell'appartamento di via Friuli a Conegliano in cui la donna viveva sola, non si è presentato all'interrogatorio di garanzia, con convalida dell'arresto. L'avvocato Valerio Brescacin sostiene di «non aver ricevuto nessuna comunicazione (almeno fino a martedì sera) in merito alla convocazione nel carcere di Santa Bona». Dal Palazzo di Giustizia invece si sottolinea che il fax non solo è stato inviato, ma la notifica è giunta a destinazione. Il risultato? Il giudice ha inviato una nota scritta all’Ordine degli avvocati perché valuti il comportamento dell’avvocato Brescacin.
Ieri mattina Moreno Coletti è stato così assistito dall'avvocato Alessandra Nava. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi a confermare ciò che aveva riferito al pm Giovanni Valmassoi nel faccia a faccia in Commissariato a Conegliano qualche ora dopo il delitto. Agli atti, per ora, restano le dichiarazioni fredde, lucide ma sconnesse (come le ha definite il pm Valmassoi) con cui Coletti ha ricostruito i minuti precedenti il delitto e le modalità con le quali si è consumato. «Dovevo finirla - ha ripetuto il 35enne -. Ero esasperato, non ne potevo più delle vessazioni alle quali mi sottoponeva mia madre». Una confessione piena con la quale Coletti ha dichiarato di aver lasciato il lavoro alla Mareno Cucine dicendo di non sentirsi bene. In realtà era andato a uccidere la madre 65enne, scaraventandola al suolo da 27 metri. Il giovane, mentre stava fumando una sigaretta in terrazza, è stato raggiunto dalla madre e senza pensarci due volte l'ha presa per le gambe e buttata giù. Nessuna lite. Il cadavere della donna infatti presenta escoriazioni se non quelle, terribili, dell'impatto al suolo. Ulteriori dettagli verranno forniti dall'autopsia (domani l’incarico). L'accusa nei confronti di Coletti è quella di omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare (ma incombono altre due aggravanti). Difficilmente però gli verrà contestata la premeditazione: l'intento omicida sarebbe infatti maturato in un lasso di tempo troppo breve. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino