Marmolada. La disperata attesa di cinque famiglie: «Non si sa niente»

Non è bastato nemmeno il ritrovamento dei corpi. Le penose condizioni dei resti allungano i tempi di riconoscimento delle nuove vittime recuperate, contribuendo così...

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Non è bastato nemmeno il ritrovamento dei corpi. Le penose condizioni dei resti allungano i tempi di riconoscimento delle nuove vittime recuperate, contribuendo così a rendere ancora più pesante lo strazio per le famiglie dei 5 escursionisti veneti finora inseriti nella lista dei dispersi. Ufficialmente per due, ma di fatto anche per tre di loro, le speranze sono purtroppo finite, tuttavia continua l'attesa per l'accertamento definitivo: tutti a chiedersi a chi toccherà, come in una spietata roulette russa.


DAVIDE ED ERICA
«Nessuna istituzione ci ha contattati per nessuna pratica, siamo in attesa, nulla è cambiato rispetto a domenica scorsa». Precise, chiare e dirette le parole di Luca Miotti, fratello di Davide. Del 51enne e della moglie Erica Campagnaro, 44 anni, non si hanno più notizie da quel giorno. Davide, quale guida alpina, aveva accompagnato Gianmarco Gallina e la fidanzata Emanuela Piran sulla Marmolada. La passione per la montagna li accomuna e li ha uniti anche in questa drammatica situazione come sta unendo famiglie, parenti e conoscenti, che ad ogni squillo di telefono o suono di campanello, sperano possa essere quel qualcuno che dà una informazione sui propri cari. Il dispersi significa tutto e niente. Ed in questi opposti sta tutto il dramma che da quattro giorni stanno passando figlia e figlio, fratelli, sorelle, genitori e molti altri. Assieme fin dal primo istante le famiglie Miotti e Campagnaro, nell'abitazione dei coniugi assieme a Karen ed Ettore, rispettivamente di 24 e 16 anni. Assieme ci sono anche gli amici più cari, tanti altri telefonano ed inviano messaggi, come pure ai familiari di Davide ed Erica perché in tanti li conoscono e questo tempo sospeso lo è per moltissimi. Se uno vuole e spera che quel miracolo sia possibile, l'analisi della situazione reale porta necessariamente alla speranza del ritrovamento dei corpi, affinché possa terminare questa sorta di limbo che minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, diventa sempre più difficile da sopportare.


GIANMARCO ED EMANUELA
Sono divise tra le province di Treviso e Vicenza le famiglie di Gianmarco Gallina ed Emanuela Piran: lui di Montebelluna e lei di Bassano del Grappa, i giovani fidanzati avevano preso casa a Casella d'Asolo. Le varie amministrazioni comunali coinvolte si stingono attorno al dolore e al riserbo dei loro congiunti. Adalberto Bordin, sindaco di Montebelluna, attende notizie e assicura supporto: «Sono entrato in punta di piedi nel dolore dei Gallina. Ho detto che io e tutta l'amministrazione siamo a disposizione per ogni eventualità e ogni necessità. Mi muovo nel massimo rispetto di una tragedia nella tragedia, perché oltre a Gianmarco non si sa nulla nemmeno delle condizioni della sua fidanzata Emanuela». Mauro Migliorini, primo cittadino di Asolo, aggiunge: «Alle rispettive famiglie va tutta la mia solidarietà e vicinanza in un momento così tragico».


NICOLÒ
Sono ore di disperazione pure per i familiari del vicentino Nicolò Zavatta, che con i suoi 22 anni è il più giovane degli alpinisti travolti dalla valanga di ghiaccio. Ieri mattina Cristiano Pretto, sindaco di Barbarano Mossano, ha incontrato il papà Michele, la mamma Francesca e la sorella Anna nella loro casa a Ponte, dove i genitori erano rientrati nella notte dopo essersi sottoposti ai prelievi del Dna per l'eventuale riconoscimento. «I coniugi Zavatta racconta il primo cittadino si erano precipitati in Trentino già nel pomeriggio di domenica dopo aver appreso la notizia dai tg. Mi hanno raccontato che Nicolò li aveva chiamati con il cellulare, dalle pendici del ghiacciaio, circa 20 minuti prima che succedesse il distacco, mentre iniziava la scalata. La mamma ha raccontato che la sua grande passione era la montagna, al punto che le diceva sempre: Io non voglio fare l'escursionista ma l'alpinista. E la Marmolada era uno dei suoi luoghi preferiti». Il piccolo paese sui Colli Berici vive un dramma duplice: il concittadino Riccardo Franchin è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Trento. «Dal racconto che il ragazzo è riuscito a fare parlando pochi minuti con i genitori riferisce il sindaco Pretto Riccardo e Nicolò non erano nella stessa cordata al momento del distacco. Riccardo ha avuto la fortuna di essere più esterno rispetto agli altri e quindi, appena intuito quando stava succedendo, è riuscito a scappare lateralmente, anche se poi è stato anch'egli travolto dalla grande frana».


(hanno collaborato Benedetta Basso e Michelangelo Cecchetto)
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Il Gazzettino