Presidi, una strage al test. Allarme nelle scuole venete: ne mancano 325

Presidi, una strage al test. Allarme nelle scuole venete: ne mancano 325
La metà delle scuole venete senza preside e il concorso, dopo la strage di candidati nei test pre-selettivi di luglio, ha numeri talmente piccoli che non sarà...

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La metà delle scuole venete senza preside e il concorso, dopo la strage di candidati nei test pre-selettivi di luglio, ha numeri talmente piccoli che non sarà sufficiente a colmare i vuoti. Tra chi non ha nemmeno voluto provare, chi si è ritirato prima ancora di iniziare e chi è stato bocciato ai quiz alla fine affronteranno il concorso vero e proprio per dirigente scolastico in appena 517 in Veneto e 148 in Friuli Venezia Giulia. E non verranno certo tutti promossi considerato che il 62% degli aspiranti in Veneto e il 55% in Friuli non è nemmeno riuscito a superare la  prova introduttiva dello scorso 23 luglio, una data giunta dopo continui rinvii e fissata in un periodo in cui molti docenti erano impegnati nelle commissioni degli esami di maturità.


I NUMERI
Il totale ammontano a 600 i posti per dirigenti scolastici in Veneto, di cui 572 per istituti normodimensionati - che contano cioè più di 600 studenti o 400 nei Comuni montani - e 28 sottodimensionati che già in partenza devono accontentarsi di un preside in reggenza. Attualmente mancano 257 dirigenti scolastici nelle scuole normali e 28 negli istituti più piccoli. Quindi circa la metà delle scuole Venete inizierà le lezioni a settembre con un preside a scavalco. E fin qui l'emergenza era già nota. Ci sono però i pensionamenti, venti quelli chiesti solo quest'estate, a cui si sommano i trasferimenti: una ventina in uscita e nemmeno uno in entrata. Quindi alla fine mancano 325 presidi. Una situazione destinata a peggiorare nei prossimi anni perché l'età media dei dirigenti scolastici è vicina alla pensione. A salvare la situazione non sarà nemmeno il concorso avviato a luglio. E la conferma arriva sempre dai numeri.

LA SELEZIONE
Gli insegnanti che si erano iscritti in Veneto al concorso per dirigenti scolastici erano 1.904. Già poca cosa rispetto ai 6.082 aspiranti della Campania e ai 4.902 della Sicilia. Ebbene di questi in poco meno di 600 si sono arresi prima ancora di iniziare. Quindi alla fine si sono presentati ai quiz del 23 luglio in 1.361. A questo punto o gli insegnanti erano particolarmente scarsi o la commissione esageratamente severa, fatto sta che solo il 38% in Veneto, appunto 517, e il 45% in Friuli, che corrisponde a 148 docenti, sono riusciti a superare la selezione. Sicilia e Campania superano abbondantemente i mille ammessi a testa. Ora questi dovranno affrontare lo scritto vero e proprio e solo chi lo supererà giungerà davanti alla commissione per la prova orale. Ammesso che tutti vengano promossi - ipotesi assurda considerate le premesse - i numeri non sono sufficienti a coprire il fabbisogno. L'iter prevede, tra l'altro, che i vincitori di concorso debbano fare un periodo di tirocinio, quindi se tutto va bene saranno operativi tra due anni. «Ci stiamo impegnando affinché l'iter del concorso venga ridotto nei tempi e i nuovi dirigenti scolastici possano entrare in servizio già dall'anno scolastico 2019-2020» promette il senatore friulano Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura di palazzo Madama e responsabile Istruzione della Lega.


«Un terzo degli aspiranti non si è presentato alla prova del 23 luglio e anche quando il concorso sarà concluso non avremo numeri sufficienti per coprire le esigenze sul fronte presidi - lancia l'allarme Sandra Biolo, segretaria per il Veneto della Cisl scuola - ma questa non è l'unica emergenza, siamo senza i dirigenti di segreteria, i cosiddetti Dsga, per i quali non si fa un concorso dagli anni Novanta. Quasi tutti i posti sono coperti da facenti funzione e pure molte graduatorie per l'insegnamento sono esaurite». Si attende ora la conclusione, entro fine agosto, delle nomine in ruolo dei docenti per calcolare l'effettivo numero di cattedre che rimarranno vuote.
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Il Gazzettino