Decapitati dall'uragano i merli trecenteschi delle mura: danni per tre milioni di euro

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MONTAGNANA - È a sette cifre la stima dei danni provocati dal violentissimo nubifragio che il 2 agosto scorso ha messo in ginocchio Montagnana. Nella relazione che il Comune ha inviato nei giorni scorsi alla Regione per ottenere un risarcimento, si parla di 2,8 milioni di euro. I danni al patrimonio pubblico ammontano a 1,3 milioni tenendo conto non soltanto dei merli decapitati ma anche dei parchi pubblici, del sistema di videosorveglianza messo ko e delle coperture di chiese, scuole e impianti sportivi. Per il patrimonio privato la cifra è ancora più alta: 1,5 milioni in base alle centinaia di segnalazioni arrivate agli uffici comunali entro mezzogiorno del 12 agosto. Le tempistiche dettate dalla Regione, che ha riconosciuto a Montagnana lo stato di crisi per calamità naturale, sono state molto serrate.


 
Nonostante questo, i cittadini e le attività economiche hanno fatto del proprio meglio per fornire stime più precise possibile sull'entità del danno subìto, con tanto di foto documentative. Il Comune ha fatto altrettanto, basandosi sui sopralluoghi dei vigili del fuoco e della Soprintendenza delle Belle Arti di Venezia per poi raccogliere tutto il materiale in una relazione inviata a Venezia.
RAFFICHE

Nella prima parte del documento viene descritto il violento downburst che ha sferzato la città per circa 20 minuti con raffiche che hanno raggiunto picchi di 130-150 chilometri orari. «I danni più importanti hanno interessato i parchi di proprietà comunale (in cui sono ricomprese anche molte piante secolari) scrive il Comune ovvero il Parco del Fiumicello, i viali dei cimiteri comunali, gli alberi lungo le piste ciclabili, le aree verdi delle piazze e dei quartieri residenziali nonché i parchi degli istituti scolastici». E ancora: le coperture di scuole, impianti sportivi, piscine, degli edifici che ospitano le Poste e l'ex Pretura, i magazzini comunali, l'ostello, le recinzioni e gli impianti di Prato della Valle. L'evento non ha risparmiato nemmeno la cinta muraria, in particolare nel tratto Est-Ovest, sono caduti più di 20 merli, due dei quali sul rivellino di Porta Padova, rimasta chiusa al traffico per una settimana. Danni anche al duomo, alla chiesa di San Francesco e all'ex Chiesa di San Benedetto. E ai sistemi di videosorveglianza sia intra moenia, sia nel Parco del Fiumicello: alcune telecamere sono tuttora malfunzionanti. Centinaia le segnalazioni raccolte dai privati: il nubifragio ha colpito soprattutto tetti, camini e cortili, sradicando decine di alberi. Anche il settore agricolo si è fatto avanti, visto che le raffiche di vento hanno divelto serre e immobili e spazzato via ettari di colture.
Maria Elena Pattaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino