Studenti vandali, l'Accademia di Belle arti li espelle: «Non hanno senso qui»

VENEZIA Pugno duro e tolleranza zero contro i vandali: «Vanno espulsi, se vogliono vadano in un'altra Accademia». A ribadirlo è il direttore...

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VENEZIA Pugno duro e tolleranza zero contro i vandali: «Vanno espulsi, se vogliono vadano in un'altra Accademia». A ribadirlo è il direttore dell'Accademia delle Belle Arti, Giuseppe La Bruna, che non ci sta ad accettare passivamente il danno d'immagine provocato dagli studenti-vandali che hanno imbrattato il leoncino di piazza San Marco e il ponte dei Carmini.


Direttore, è deciso sulla punizione?
«Hanno creato un danno all'istituto e quindi serve un monito forte. Credo che tutta la città voglia questo provvedimento perché è necessario educare i ragazzi. Si continua a dire che le persone vadano recuperate, penso sia possibile recuperarli anche in questo modo, basta con le giustificazioni».

La decisione passerà per il collegio accademico?
«Mi sono confrontato con alcuni colleghi: non ha senso che stiano all'Accademia, perché a 22 anni non si è più ragazzini. Non ci si può dimenticare che costruiamo percorsi per ammirare il bello, capirne le motivazioni e apprezzarlo, non per vandalizzarlo. Aspettiamo che si mettano in contatto con noi, perché avranno la possibilità di difendersi anche con un legale sul procedimento disciplinare».
 

Secondo lei cosa ha portato questi ragazzi a comportarsi così?
«Mi pare strano che potessero pensare di andare alla ribalta con un fatto del genere, proprio non lo capisco e a questo punto c'è da aspettarsi di tutto, ma credo che queste persone non abbiano nulla a che fare con l'arte».

Ma secondo lei è stato un raptus o un gesto premeditato?
«Uno dei ragazzi è della scuola di pittura, l'altro di nuove tecnologie, sono corsi che non prevedono l'uso di bombolette. Non è che tutti le abbiano per motivi didattici, li avevano per i fatti loro, significa che hanno voluto agire con atti irresponsabili e di vandalismo su cui si deve intervenire».

Non la rattrista questa vicenda?
«Per le famiglie dei ragazzi, sì. Non vorrei incidere su di loro che si trovano in difficoltà, ma mi auguro che riparino quanto prima al loro atto. Devono crescere, quando si combina qualcosa, si deve esserne responsabili».

C'è chi dice che in fondo basta una punizione lieve.
«Troppo comodo. Ci è già capitato che in passato alcuni studenti fossero stati pizzicati mentre imbrattavano una porta. Li abbiamo fatti ripulire. Ma qui il discorso è diverso, sono state colpite opere d'arte del Settecento. Che poi, osservando il leoncino, si vede che è un leone buono, a cui i veneziani sono molto legati da sempre. I bambini ci salivano sopra, da direttore non posso lasciar correre».

Che succederà ora ai ragazzi?
«Deciderà il giudice se far fare loro volontariato. Per quel che mi riguarda, si devono responsabilizzare, valuteremo se costituirci parte civile. Abbiamo 1400 studenti, se due impazziscono e fanno danni è difficile imputare a noi l'educazione».

Responsabilità?

«Una volta quando il ragazzo subiva un rimprovero da un docente, a casa prendeva il resto. Oggi invece ci si trova di fronte a genitori che difendono a spada tratta i figli senza un minimo di autocritica».

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Il Gazzettino