La rivincita del Cimbro, la Regione "promuove" l'idioma delle minoranze di Lessinia e Cansiglio

Maria Roveran e Joe Schievano
Come il tedesco in Alto Adige e come lo sloveno in Friuli Venezia Giulia, così in Veneto saranno il cimbro, il ladino e il friulano. Oggi - 19 ottobre - il Consiglio...

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Come il tedesco in Alto Adige e come lo sloveno in Friuli Venezia Giulia, così in Veneto saranno il cimbro, il ladino e il friulano. Oggi - 19 ottobre - il Consiglio regionale approverà il progetto di legge sulla promozione delle minoranze linguistiche che, nella lotta per la sopravvivenza rispetto all'omologazione, resistono rispettivamente in Lessinia e in Cansiglio, in Cadore e in Agordino, tra il Livenza e il Tagliamento. Un'occasione di riscoperta soprattutto per il zimbar, celebrato in questo periodo anche dal disco Naüge beng (Strade nuove) dell'attrice-cantautrice veneziana Maria Roveran e del compositore-sound designer trevigiano Joe Schievano.



LA NORMA
Proposta dal centrodestra, con relatrice Silvia Cestaro (Zaia Presidente) e correlatrice Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), la norma sancisce che «la Regione considera le comunità etniche e linguistiche storicamente presenti nel Veneto segno di vitalità della società veneta e stimolo di arricchimento culturale, e riconosce la garanzia dei diritti linguistici e culturali come misura di promozione del sistema dei diritti umani». Per questo viene ammessa «la facoltà di usare lingue minoritarie nelle sedi istituzionali» e sono promosse, «nel rispetto dei princìpi di sussidiarietà e di autonomia dei gruppi linguistici, iniziative finalizzate alla valorizzazione delle minoranze linguistiche».
Ecco allora il sostegno alle ricerche storiche e linguistiche, alle manifestazioni che tramandano usi, costumi e tradizioni, ai gemellaggi culturali. Ma anche, e soprattutto, «il ripristino dell'uso della lingua di minoranza, sempre associato alla lingua italiana, nella prassi degli enti locali»; «l'utilizzo delle lingue regionali minoritarie nell'editoria e nei mezzi di comunicazione»; «lo studio, la divulgazione e lo scambio di esperienze, a tutti i livelli scolastici, sulle tematiche riguardanti i gruppi linguistici»; «l'apprendimento delle lingue minoritarie come parte dell'educazione permanente degli adulti». Tutte attività per cui viene previsto uno stanziamento annuo di 100.000 euro a favore delle associazioni e degli organismi rappresentativi delle tre minoranze.

DAL TEDESCO
Fra tutte spicca il cimbro, un medio-alto tedesco con influssi di lingua antica nella versione bavarese. Sul sito del Kulturinstitut Lusérn, il collaboratore culturale (e presidente del Centro Documentazione Luserna) Fiorenzo Nicolussi Castellan ne riassume l'origine: «Tale lingua è stata portata sull'altopiano di Luserna/Lusern attorno all'anno mille da coloni bavaresi che in varie ondate migratorie hanno abbandonato le loro terre in cerca di nuovi territori da colonizzare. Il primo documento che può essere messo in relazione con tali emigrazioni è datato 1055, in esso sono elencati nomi di capifamiglia, con rispettivo paese d'origine, che in periodo di carestia, abbandonarono i propri paesi per spostarsi nelle terre di proprietà del convento di S. Maria in Organo a Verona. Il periodo di massima estensione della lingua cimbra si ha all'inizio del 1700; in tale periodo la lingua risulta parlata in un vasto territorio a sud est di Trento compreso tra i fiumi Adige e Brenta, arrivando a contare circa 20.000 parlanti. Da allora inizia un lento inesorabile calo che porta quasi all'estinzione di tale idioma».
Secondo l'ultima rilevazione condotta dalla Provincia di Trento, gli appartenenti all'etnia cimbra sono 882 in Trentino, a cui vanno aggiunte poche decine di parlanti tra Fregona e Tambre in Cansiglio (dove sono tutelati i villaggi di Vallorch e Le Rotte), Roana e Mezzaselva sull'Altopiano di Asiago, Giazza in Lessinia (terra da cui proviene il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che nel gruppo Misto rappresenta la componente Tzimbar earde) .

LA MUSICA
Su questo sfondo, su tutte le piattaforme digitali è uscito l'album di Roveran e Schievano, dieci tracce fra inediti (come i due dedicati a Luserna, l'ultimo baluardo cimbro a Nordest), cover (per esempio di All of me), brani della tradizione (fra cui una filastrocca e una poesia). «Lavorare a questo muovo progetto musicale ha raccontato la cantautrice veneziana è stato coinvolgente, intenso e davvero molto emozionante. Il lavoro di studio e di scrittura è stato profondo: per un anno e mezzo, ogni settimana ho studiato la pronuncia dei testi, ho imparato a leggere la lingua cimbra e ho cercato di pronunciarla al meglio delle mie possibilità».

Fondamentali le traduzioni, le indicazioni sulla pronuncia e le specificazioni lessicali fornite da Stefano Galeno del Kulturinstitut Lusérn, per testi come Ninne nå moi pòpele (Ninna nanna bimbetto mio), Grisatar reng (Grigia pioggia), Måmma moina. (Mamma mia). «Comporre o arrangiare per brani cantati in una lingua fino a poco tempo fa a me sconosciuta ha confidato il maestro trevigiano mi ha confermato ancora una volta che la musica è un grande ponte dove tutto si può attraversare. La musica abbatte le barriere con il suo linguaggio universale, si innesta con tutto ciò vogliamo testimoniare. Ecco quindi che questi brani sono eterogenei per genere, dal canto a cappella, passando per il blues fino all'elettronica, ma trovano una omogeneità con la voce e il timbro di Maria, che riesce da attrice e performer, ad attraversare tutti i generi con semplicità e grande coinvolgimento».
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Il Gazzettino