FIUMICELLO - «Il Governo italiano ha appreso del probabile tragico epilogo della vicenda del nostro connazionale Giulio Regeni al Cairo. In attesa di conferme...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Alla periferia de Il Cairo è stato trovato il cadavere di un giovane in un fosso con il corpo bruciacchiato (come fosse stato prima torturato), e sarebbe proprio lo studente friulano scomparso il 25 gennaio, il giorno del quinto anniversario della Rivoluzione che depose l'allora presidente Hosni Mubarak, aprendo la strada alla conquista del potere da parte dei Fratelli Musulmani, poi estromessi e messi fuorilegge dai militari dell'attuale presidente Sisi dopo un anno e mezzo. Nei giorni scorsi era emerso da fonti egiziane, che nell'ora in cui si sono perse le sue tracce, intorno alle 8 di sera, nel quartiere di Dokki dove viveva la situazione era calma e non c'erano manifestazioni di protesta.
Il Governo italiano ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l'accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l'avvio immediato di un'indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani.
Assistiti dall'ambasciatore italiano, i familiari sono stati raggiunti dal Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, che ha sospeso la sua visita in corso nella capitale egiziana.
«Siamo sgomenti - ha detto la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Seracchiani -. Siamo di fronte a un evento tragico, che abbiamo sperato con forza non avesse l'esito che ha avuto. Il nostro pensiero è tutto per la famiglia, che sta vivendo momenti di indicibile sofferenza».
Giulio Regeni era uno studente della prestigiosa università britannica di Cambridge, presso la quale stava facendo il dottorato al «Centre for Development Studies» con una ricerca in Economia che lo aveva spinto al Cairo, dove stava studiando la lingua araba.
Sconvonto il sindaco di Fiumicello, Ennio Fridel: ««Confidavo in un ritorno, magari con difficoltà e con l'aiuto delle mediazioni diplomatiche. Non avevo mai neanche messo in campo l'ipotesi di un epilogo del genere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino