OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROVIGO - Da una parte un artista russo con il temperamento dell’assiduo ricercatore che lo ha portato a viaggiare per l’intera sua intensa esistenza. Dall’altra un esploratore rodigino irrequieto e fuori dagli schemi, di indomito coraggio e volontà ferrea, amante del rischio e dell’avventura. Vasilij Vasil’evič Kandinskij e Giovanni Miani, da domenica scorsa, hanno in comune la capacità di aver attirato a Rovigo un numero di visitatori senza pari, grazie alla Fondazione Cariparo che ha promosso e finanziato le mostre dedicate a entrambi: le due esposizioni, infatti, sono state per mesi il cuore pulsante della città, il fulcro della cultura non solo locale, ma italiana e internazionale.
Domenica sera è calato il sipario su entrambe le esposizioni, la grande retrospettiva dedicata a Kandinskij, aperta dallo scorso 26 febbraio a Palazzo Roverella e co-promossa da Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi con main sponsor Intesa Sanpaolo, e “Giovanni Miani. Il leone bianco del Nilo”, allestita a Palazzo Roncale dallo scorso 12 marzo, e per entrambe ora è tempo di bilanci con i primi numeri, relativi alle presenze registrate specialmente per Kandinskij, che definire brillanti sembra quasi riduttivo.
IL RECORD
Sì, perché l’esposizione “Kandinskij. L’opera/1900-1940”, curata da Paolo Bolpagni con Evgenia Petrova, ha segnato il record assoluto di visitatori: gli oltre 88mila biglietti staccati in quattro mesi segnano la tacca più alta, in termini di visite, della più che decennale storia delle grandi mostre rodigine.
E anche la mostra sull’esploratore Miani ha riscosso l’interesse di un numero significativo di visitatori: più di 13mila. Un traguardo per nulla scontato che consolida Palazzo Roncale come luogo di esposizioni dedicato alla scoperta, o riscoperta, e valorizzazione di episodi o personaggi appartenenti alla storia della provincia di Rovigo.
LA SODDISFAZIONE
Il presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, non nasconde la propria soddisfazione: «Un successo di presenze e di critica per nulla scontato e che in tempi “normali” avrebbe potuto oltrepassare i centomila visitatori - commenta - ma siamo estremamente soddisfatti. L’operazione culturale è stata di altissimo livello, ha raccolto prestiti importanti e prestigiosi, offrendo al visitatore un “prodotto” di altissima qualità, molto apprezzato anche da un “nuovo” pubblico, più giovane. Non da meno l’impatto sulla città, riconosciuto anche dalle categorie economiche, per i flussi di visitatori provenienti da fuori provincia e regione».
La qualità e l’alto numero delle opere, ben 80 riunite in 12 sezioni, in effetti, sono stati gli elementi di punta che hanno contraddistinto la mostra fin dalla sua presentazione, insieme all’impianto scientifico, che l’hanno resa un evento di spicco anche tra le tante mostre dedicate a Kandinskij organizzate in Italia negli ultimi anni. Una mostra dalle grandi ambizioni, come aveva dichiarato il curatore Bolpagni al momento della presentazione, che sono state ampiamente riconosciute e ripagate dai tanti visitatori e pure dalla critica che ha apprezzato l’allestimento di un grande classico dal linguaggio universale che non stanca mai.
«Con Kandinskij e con Miani - conclude il presidente Muraro - abbiamo avuto un pubblico che ha scelto di raggiungere Rovigo da una decina di regioni italiane. E che da Rovigo è ripartito molto soddisfatto. È un capitale di conoscibilità e di prestigio che occorre valorizzare e ulteriormente ampliare. Come Fondazione stiamo dando il nostro supporto proprio per creare quella sinergia necessaria tra i vari enti preposti affinché l’offerta del Polesine sia unitaria e coordinata».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino