Foto oltraggio alle vittime di Jesolo. «Costretto a lasciare il paese per quell'immagine sotto l'epigrafe»

JESOLO - Come rovinarsi la vita per una leggerezza. Un'idiozia, una goliardata tra amici postata su Facebook, e da un giorno all'altro un uomo di 33 anni, padre, titolare...

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JESOLO - Come rovinarsi la vita per una leggerezza. Un'idiozia, una goliardata tra amici postata su Facebook, e da un giorno all'altro un uomo di 33 anni, padre, titolare di un locale, si ritrova a finire nel mirino della furia social. Odio e violenza sfociati in una vera e propria aggressione, in pieno giorno, proprio davanti al suo locale. «Troppe minacce, lascio il paese e chiuderò il bar». Abbasserà la serranda e farà le valigie, quindi, e tutto per quella foto con le braccia conserte sotto l'epigrafe di una delle quattro vittime della strage stradale di Jesolo di una settimana fa, Giovanni Mattiuzzo.




«Non ho più vita. Ho già mandato via moglie e figlio perché temo per la mia e la loro incolumità. Ho ricevuto minacce social da tutta Italia. Ora cosa faccio? Ho la vita rovinata». «Quella foto - continua - l'ha scattata e postata su Facebook un mio amico e il giorno dopo molte persone mi hanno  telefonato segnalandomi che nello scatto ci fosse uno dei ragazzi vittime dell'incidente. Mi sono accorto della figuraccia. A quel punto ho contattato l'autore, fatto rimuovere tutto e pubblicato le nostre scuse, ammettendo l'errore. Sembrava finita lì, e invece...». Ora anche l'annuncio della chiusura del bar. «Sì, probabilmente chiuderò l'attività - spiega ancora -. Si può pensare che la gente torni nel locale dopo che in rete mi è stato detto che merito di essere ammazzato di botte o bruciato con l'acido in piazza? Anche chi mi hanno picchiato mi ha minacciato in modo pesante». L'uomo si è rivolto a due avvocati e sporgerà denuncia.

MINACCE AL RUMENO

Contemporaneamente, però, la famiglia di Mattiuzzo ha annunciato tramite i suoi legali di intraprendere un'azione legale contro di lui. Allo stesso tempo, ha chiesto a tutti di moderare i toni. «La famiglia deplora ogni forma di violenza nei confronti di questa persona, Giovanni deve essere ricordato con gioia», hanno fatto sapere i legali della famiglia, gli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani. «Si spengano i riflettori su questa vicenda - continuano - che è fonte di ulteriore sofferenza. Tuteleremo la memoria di Giovanni nelle sedi competenti». L'onda di odio social, intanto, ha travolto nuovamente anche l'uomo accusato di aver provocato l'incidente, il 27enne romeno Marius Alin Marinica. Sono comparsi commenti di minaccia indirizzati a lui: «E adesso andiamo a prendere il romeno», «Quando andate a riservare lo stesso trattamento al romeno avvisatemi», «Con quell'altro si deve fare ben di peggio, altro che due schiaffoni». Un clima di tensione che, negli ultimi giorni, aveva avuto già delle avvisaglie. Davanti alla casa del giovane straniero, infatti, qualcuno si era presentato per insultare o minacciare l'investitore. 
Davide De Bortoli Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino