Benzine, plastica e gomma: i veleni che soffocano Canal Grande a Venezia

Inquinamento, i veleni che soffocano Canal Grande a Venezia
VENEZIA - Quanto è inquinato il Canal Grande? È l'interrogativo a cui l'associazione Plastic Free Venice Lagoon ha cercato di rispondere con due campionature...

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VENEZIA - Quanto è inquinato il Canal Grande? È l'interrogativo a cui l'associazione Plastic Free Venice Lagoon ha cercato di rispondere con due campionature raccolte un mese fa all'altezza di Ca' Sagredo, lo stesso giorno e alla stessa ora. Un'azione volta a tracciare la presenza di micro-inquinanti, in particolar modo microplastiche, nelle sue acque e i cui risultati sono stati presentati venerdì scorso durante un convegno organizzato da Ava sulla riduzione delle plastiche monouso e sulla sostenibilità nel settore alberghiero veneziano, in occasione della giornata mondiale Puliamo il mondo e del secondo clean up day lagunare di ieri che ha ripulito il territorio dai rifiuti rimovibili abbandonati.

 
LE ANALISI
Dati elaborati dall'Istituto tecnico e tecnologico Montani di Fermo che hanno permesso di rilevare sostanze volatili e non. Tra le presenze più elevate riscontrate in superficie, quella degli idrocarburi, ossia la benzina e tutto ciò che ha a che fare con gli scarichi delle barche. E ancora, fra i microinquinanti, spiccano alcuni composti degni di particolare attenzione: due diverse specie di ftalati oltre al 2-etill-1-esanolo «plastificante come sottolineato da Teresa Cecchi, chimica dell'Ist. Montani che mina gli ormoni sessuali femminili, può portare l'uomo a sterilità e che risulta cancerogeno per gli animali. È stata poi riscontrata la presenza di uno sterilizzante e di una sostanza rilasciata dagli imballaggi in polistirene ad alto impatto».

«Ma anche tante nanoplastiche ha sottolineato Gherardo Toso, presidente Plastic Free sostanze organiche fecali e residui di gomma in quantità, forse dovuti agli pneumatici usati dai trasportatori come parabordi, depositatisi sul fondo». C'è tuttavia un'importante premessa da fare. «Il prelievo chiarisce è avvenuto con l'ultima marea calante della giornata, che porta con sé tutto lo sporco proveniente dalle barene e addirittura da Marghera, e quindi anche dai fiumi che sfociano dalla gronda lagunare». 

LE CONCLUSIONI
«Non è un mare di acidi, ma è molto inquinato. Se mi butto in acqua ed esco fuori con un eritema, certo che è allarmante. Come lo sarebbe berla e avere subito dopo il mal di stomaco. Le analisi risultano per certi versi sconvolgenti le parole del vicepresidente, Davide Poletto per la presenza di componenti plastici e cancerogeni altamente impattanti per la salute umana». Senza considerare la catena alimentare: la plastica che finisce in laguna, una volta ingoiata dai pesci arriva sulle nostre tavole. 

LA GIORNATA DI PULIZIA

Un centinaio gli aderenti all'opera, associazioni e singoli cittadini tra i quali anche turisti italiani e stranieri, oltre ad un volontario d'eccezione: il critico d'arte Vittorio Sgarbi, unitosi al gruppo di Legambiente operativo a S. Marta. Il clean up day di Plastic Free Venice Lagoon in collaborazione con Veritas, ieri ha registrato numeri significativi. Il peso complessivo dei rifiuti raccolti ha raggiunto gli 852,52 chili per 137 sacchi del peso di più di 6 chili l'uno. A Sacca S. Mattia a Murano sono stati 24 i sacchi di plastica mentre 72 quelli di indifferenziata. «Una vera discarica, ha dichiarato Poletto abbiamo trovato persino eternit e computer». Altro gruppo di raccolta a Sacca S. Alvise con 11 sacchi di plastica, 3 di indifferenziata e un mezzo sacco di rifiuti speciali, mentre a Castello con 9 per l'una e l'altra categoria. A Dorsoduro 5 per la plastica e 4 per l'indifferenziata e a Mestre e Marghera dove tre mesi fa si era pulito proprio nella stessa zona, quella di Fincantieri, sotto il Cavalcavia tra i rifiuti anche siringhe, documenti provenienti dai borseggi e residui di bivacchi, per un totale di 170 chili di plastica e 38 sacchi da 120 litri. Esempi di buone pratiche arrivano dal settore alberghiero veneziano, dove è in atto una vera rivoluzione contro la plastica monouso, come i dispenser di sapone, shampoo, marmellate e yogurt. Tutte iniziative apprezzate dai turisti, accanto all'acqua gratuita distribuita in borracce d'acciaio. «L'acqua di Venezia è buona ha detto Gioele Romanelli, di Hotel e Casa Flora e Hotel Novecento e ne abbiamo informato i nostri clienti. Alla fine dell'anno risparmieremo 36mila bottiglie di plastica». 
Marta Gasparon Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino