Carenza di infermieri, il ministero cancella il vincolo dell'esclusività: in 500 tornano in corsia

Infermiera impegnata nell'assistenza in reparto
Il Friuli Venezia Giulia era stato tra i territori ad alzare maggiormente la voce sull’argomento, con tanto di confronti - anche piuttosto franchi - tra la categoria...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il Friuli Venezia Giulia era stato tra i territori ad alzare maggiormente la voce sull’argomento, con tanto di confronti - anche piuttosto franchi - tra la categoria professionale e i decisori politici. D’altronde nella nostra regione il problema a tratti era diventato quasi impossibile da risolvere: mancavano (e in parte mancano ancora) troppi infermieri. Non solo negli ospedali, ma anche nelle strutture private, nelle case di riposo, nelle Rsa e a domicilio. 


Per questo l’ordine professionale chiedeva di abolire il vincolo di esclusività, quel meccanismo che impedisce ai professionisti del settore pubblico di lavorare anche per un privato oppure con la formula dell’intramoenia, cioè dopo l’orario del turno ma nella stessa struttura. Alla fine la decisione l’ha presa il ministro della Salute Schillaci, e le ripercussioni in regione saranno importanti. 


GLI EFFETTI
Gli infermieri non dovranno più rispettare il tanto contestato vincolo di esclusività. E in Friuli Venezia Giulia gli effetti di questa manovra si pensa potranno produrre immediatamente un risultato: recuperare dal 20 al 40 per cento dei professionisti che negli ultimi anni hanno scelto di lasciare l’impiego negli ospedali pubblici per il settore privato. E a beneficiare del cambio di rotta non saranno assolutamente solo gli ospedali, ma anche le case di riposo, che negli ultimi tempi sono state costrette ad andare a ricercare gli infermieri necessari al servizio anche al di fuori dell’Unione europea. Perfino in Sudamerica, con certificazioni non sempre in linea con quelle standard dell’area comunitaria. Perché ora si conta di poter recuperare quasi la metà degli infermieri “scappati” dal settore pubblico negli ultimi anni? A spiegare come funzionerà concretamente la svolta è il presidente dell’Ordine degli infermieri del Friuli Venezia Giulia, il pordenonese Luciano Clarizia. 


SODDISFAZIONE
«Quello che abbiamo ottenuto - ha spiegato soddisfatto Clarizia - è il miglior risultato degli ultimi vent’anni. Finalmente gli infermieri avranno lo stesso trattamento riservato ai medici e ai farmacisti. I professionisti potranno semplicemente lavorare in altri luoghi dopo l’orario canonico oppure nel proprio giorno libero. E potranno farlo liberamente. Si tratta di una svolta fondamentale - prosegue sempre il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche -, che permetterà ad esempio un impiego maggiore degli infermieri anche all’interno degli ospedali. Pensiamo ad esempio alla copertura di turni al di fuori dell’orario di lavoro. Una boccata d’ossigeno fondamentale per un comparto in difficoltà. Avremo infermieri che potranno andare a domicilio, nelle località turistiche, soprattutto nelle case di riposo». 


A CASCATA


Poi Clarizia traduce il tutto in numeri: «Calcoliamo - spiega ancora - che solo nell’ultimo periodo abbiamo perso circa mille infermieri del settore pubblico. Grazie allo stop al vincolo di esclusività che ha deciso il governo potremmo recuperarne una buonissima quota, anche superiore al 30 per cento. Significa attirare nuovamente verso il settore della sanità pubblica 400-500 infermieri in un lasso di tempo relativamente breve». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino