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Il Friuli Venezia Giulia era stato tra i territori ad alzare maggiormente la voce sull’argomento, con tanto di confronti - anche piuttosto franchi - tra la categoria professionale e i decisori politici. D’altronde nella nostra regione il problema a tratti era diventato quasi impossibile da risolvere: mancavano (e in parte mancano ancora) troppi infermieri. Non solo negli ospedali, ma anche nelle strutture private, nelle case di riposo, nelle Rsa e a domicilio.
Per questo l’ordine professionale chiedeva di abolire il vincolo di esclusività, quel meccanismo che impedisce ai professionisti del settore pubblico di lavorare anche per un privato oppure con la formula dell’intramoenia, cioè dopo l’orario del turno ma nella stessa struttura. Alla fine la decisione l’ha presa il ministro della Salute Schillaci, e le ripercussioni in regione saranno importanti.
GLI EFFETTI
Gli infermieri non dovranno più rispettare il tanto contestato vincolo di esclusività. E in Friuli Venezia Giulia gli effetti di questa manovra si pensa potranno produrre immediatamente un risultato: recuperare dal 20 al 40 per cento dei professionisti che negli ultimi anni hanno scelto di lasciare l’impiego negli ospedali pubblici per il settore privato.
SODDISFAZIONE
«Quello che abbiamo ottenuto - ha spiegato soddisfatto Clarizia - è il miglior risultato degli ultimi vent’anni. Finalmente gli infermieri avranno lo stesso trattamento riservato ai medici e ai farmacisti. I professionisti potranno semplicemente lavorare in altri luoghi dopo l’orario canonico oppure nel proprio giorno libero. E potranno farlo liberamente. Si tratta di una svolta fondamentale - prosegue sempre il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche -, che permetterà ad esempio un impiego maggiore degli infermieri anche all’interno degli ospedali. Pensiamo ad esempio alla copertura di turni al di fuori dell’orario di lavoro. Una boccata d’ossigeno fondamentale per un comparto in difficoltà. Avremo infermieri che potranno andare a domicilio, nelle località turistiche, soprattutto nelle case di riposo».
A CASCATA
Poi Clarizia traduce il tutto in numeri: «Calcoliamo - spiega ancora - che solo nell’ultimo periodo abbiamo perso circa mille infermieri del settore pubblico. Grazie allo stop al vincolo di esclusività che ha deciso il governo potremmo recuperarne una buonissima quota, anche superiore al 30 per cento. Significa attirare nuovamente verso il settore della sanità pubblica 400-500 infermieri in un lasso di tempo relativamente breve». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino