Incidente in barca, il sandolista Barbato muore dopo 20 giorni di agonia

VENEZIA Stefano Barbato, 50 anni, morto nei giorni scorsi
VENEZIA È morto l’altra notte in ospedale dopo un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute mentre si trovava ricoverato al Fatebenefratelli. Stefano...

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VENEZIA È morto l’altra notte in ospedale dopo un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute mentre si trovava ricoverato al Fatebenefratelli. Stefano Barbato aveva 50 anni e faceva il sandolista nella zona tra Santa Maria Formosa e i Greci.  Non uno qualunque, ma una persona che conoscevano tutti per il suo modo di fare sempre allegro e per le canzoni che ne accompagnavano il lento incedere in barca. Il decesso è stato provocato dai postumi di un incidente, che egli sembrava aver superato abbastanza bene. Un incidente “fantasma”, di cui nessuno della stampa è venuto a conoscenza, che risale a una ventina di giorni fa e dal quale Stefano era uscito abbastanza malconcio. Da quanto è dato sapere attraverso la ricostruzione di amici e colleghi, si trovava a prua di una barca con un amico in laguna quando questa ha colpito un ostacolo. L’uomo che si trovava alla guida era finito in acqua, Barbato, invece è stato meno fortunato e avrebbe battuto la testa sul pagliolato. Era stato portato d’urgenza in ospedale, dato che le sue condizioni erano sembrate gravi ed era stato sottoposto a due operazioni alla testa che sembravano aver risolto in gran parte l’emorragia interna.

IL TRASFERIMENTO
A detta degli amici che lo sono andati a trovare in queste settimane, sembrava che Stefano Barbato si fosse ripreso, aveva ricominciato a parlare anche se non ricordava tutto. Poi, la notte tra mercoledì e giovedì, il malore fatale, non si sa se un’emorragia, una trombosi o chissà cosa. Fatto sta che ha perso conoscenza e il suo cuore si è fermato. Dopo diversi tentativi dei rianimatori, era ripartito, per poi arrestarsi definitivamente.
I COMMENTI
«I canali saranno più vuoti senza di lui - dice un amico gondoliere - era folcloristico, da “bagolo”. Era disposto ad aiutare sempre tutti, quando era il momento. Davvero una brava persona».
«Una volta - racconta un altro gondoliere - avevo perso il ferro in acqua e lui si era buttato in acqua a recuperarlo prima che mi muovessi io. Era fatto così. Personaggio di una Venezia ormai scomparsa, uno di quelli irriducibili che non vogliono accettare che Venezia è cambiata».
«Siamo stati colleghi per molto tempo - si rammarica Gianni Doria, presidente dei sandolisti veneziani - sono molto addolorato».
Stefano lascia un figlio adolescente e il fratello Ferruccio.
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Non uno qualunque, ma una persona che conoscevano tutti per il suo modo di fare sempre allegro e per le canzoni che ne accompagnavano il lento incedere in barca.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino