Le intercettazioni, il braccio destro del boss: «Quello lo ammazzo col tirapugni»

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VERONA «'Io ho anche il tirapugni...' 'Con ll tirapugni lo ammazzi, ...io ho paura che lo ammazzi.. Pensaci, non è che gli devo dire 'scusa viene un attimo?'. Si gira e bam». Sono stralci di alcune delle conversazioni intercettate tra gli indagati che compaiono nelle carte dell'inchiesta per associazione mafiosa a Verona. Due di loro - uno è Nicola Toffanin, ritenuto il braccio destro del boss Giardino -, parla anche dell'uso del taser: «Quello  per rompere i legamenti è micidiale». 


IL SINDACO
«La giustizia deve fare il suo corso e accertare le responsabilità. La nostra città non può essere associata a attività illecite, tanto meno di stampo mafioso». Così il sindaco di Verona, Federico Sboarina, sull'operazione della Dia di Venezia contro la 'ndrangheta. «Ho sempre detto, senza mezzi termini - ha detto Sboarina -, che le mafie di qualsiasi tipo mi fanno orrore, a maggior ragione se hanno a che fare con amministratori pubblici. A Verona - ha aggiunto - stiamo lavorando per erigere muri invalicabili alle infiltrazioni, proprio pochi giorni fa con il prefetto abbiamo lanciato l'allarme perché l'attuale crisi economica può essere terreno fertile». Per il sindaco «bisogna fare di tutto per evitare nuove infiltrazioni, ma devono essere estirpate anche quelle vecchie».


REAZIONI
«Questo ennesimo successo della Dda, della Procura di Venezia, e del dottor Cherchi, con i quali mi complimento, è la dimostrazione che la guardia non va mai abbassata, perchè questo tipo di criminalità può trovare nel territorio veneto un substrato purtroppo favorevole» afferma il governatore Luca Zaia, commentando i risultati dell'inchiesta che ha sgominato un clan a Verona legato all'ndrangheta. «Fa molto piacere constatare ancora una volta - aggiunge - che c'è chi lavora ogni giorno per la nostra sicurezza, per la legalità e perché l'economia sana non abbia una concorrenza sleale e criminale». «A maggior ragione - conclude Zaia - è anche compito di tutti noi cittadini essere collaborativi, segnalando ogni minima situazione sospetta. Tutto questo aldilà del caso specifico, per il quale attendiamo gli sviluppi con la consueta, totale, fiducia nella magistratura».
«Non bisogna abbassare la guardia perché, come hanno dimostrato le inchieste dello scorso anno che hanno portato a oltre cento arresti, nel Veneto, in particolare nelle province di Venezia, Verona e Padova, la criminalità organizzata è ben radicata» afferma in una nota il deputato dem Nicola Pellicani, componente della commissione Antimafia, commentando l'odierna operazione contro la 'Ndrangheta in provincia di Verona.

Secondo Pellicani «è stato dimostrato che vi sono forti legami tra mafia, affari e politica, anche con la complicità di molti professionisti e consulenti, che spesso sono l'anello di congiunzione tra i criminali, la politica e le attività economiche. Un'attenzione che in questo periodo di crisi determinata dall'emergenza Covid-19, va ulteriormente rafforzata. Alla luce dell'operazione di oggi - conclude - ritengo che sia necessario procedere in tempi rapidissimi con le audizioni in Commissione Antimafia, che ho richiesto, per analizzare il fenomeno della criminalità organizzata in Veneto».


«Esprimo grande apprezzamento per la continua opera condotta dalla magistratura e dalle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata». Così il deputato vicentino della Lega Erik Pretto, componente della Commissione parlamentare antimafia. «La vasta operazione che in queste ore sta interessando il Veneto - rileva - ci conferma che, anche nelle nostre zone, il contrasto alle mafie deve essere condotto con determinazione, interessando tutti gli ambiti della società civile: classe politica, amministrazioni locali ed istituzioni tutte devono collaborare al fine di sradicare un fenomeno che, se sottovalutato, rischierebbe di inquinare la sana economia del nostro territorio»Una battaglia che sempre più «deve coinvolgere attivamente anche la cittadinanza e le imprese - conclude - che possono e devono essere sensibilizzate sul tema in primis attraverso il ruolo fondamentale delle scuole e delle associazioni di categoria». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino