Idroelettrico, in Val di Zoldo i residenti boicottano l'incontro

Il cartello comparso dove doveva tenersi l'incontro
VAL DI ZOLDO Né mezzo passo indietro né alcuna apertura al dialogo con Dolomiti Derivazioni, ieri comunità e Comune sono stati irremovibili:...

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VAL DI ZOLDO
Né mezzo passo indietro né alcuna apertura al dialogo con Dolomiti Derivazioni, ieri comunità e Comune sono stati irremovibili: all’incontro con la società di Ospitale la comunità non si è presentata. Un cartello, appeso fuori dal cinema di Dont e firmato dal Comitato “Zoldo c’è e difende i suoi torrenti” ha subito riacceso il conflitto tra chi cerca di mettere le mani sulle acque zoldane per realizzare centraline e la comunità che difende il suo territorio. 

LA PROTESTA
Con Dolomiti derivazioni il Comune di Val di Zoldo ha una causa aperta da quasi due anni. Da quando la società ha presentato un progetto di realizzazione di una centralina sul Maè, nel tratto tra Mareson e Pianaz.

 L’amministrazione ha fatto ricorso al Tar, ma l’iniziativa non è stata archiviata. La Regione ha sottoposto il progetto alla Via, la Valutazione di impatto ambientale e quella di ieri pomeriggio doveva essere una riunione in cui la società spiegava alla comunità e agli amministratori i risultati di questo esame. Chiaro il cartello appeso dai cittadini al cancello della sala dove era prevista la riunione. «I cittadini della Val di Zoldo – si leggeva – non hanno più tempo per ascoltare cose per le quali hanno già espresso il loro totale disaccordo. Continueremo con l’amministrazione comunale a combattere nelle opportune sedi. Zoldo c’è e difende i suoi torrenti». Non è chiaro chi si sia presentato nella sala del Cinema di Dont, ma non di certo la giunta De Pellegrin.
IL COMUNE

L’incontro pubblico era previsto dalla norma, era parte dell’iter obbligatorio. Quindi nessun tentativo di rabbonire la popolazione, nessuna volontà di andare incontro ai cittadini, da parte della società richiedente la concessione. E infatti la chiusura è stata totale. Il sindaco Camillo De Pellegrin, da parte sua, non ha nemmeno concesso a Dolomiti derivazioni gli spazi per l’incontro all’interno del municipio, dirottando la società a Dont. «Ci domandiamo perché insistano con questo progetto – commenta il primo cittadino arrabbiato -, del tutto incompatibile con le linee guida nazionali e distrettuali sulle valutazioni ex ante delle derivazioni, in quanto troppo impattante. Oltre a non essere autorizzabile da parte della Regione e della Provincia, non riceverà alcuna forma di incentivazione statale. Con quali denari verrà finanziato? Verrà forse venduto a società altoatesine, francesi, tedesche o svizzere come molti altri progetti o impianti recentemente costruiti in provincia? Non lo sappiamo, ma il nostro rifiuto è totale».
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Il Gazzettino