ROVIGO - Situazione difficile per le aziende del Distretto polesano della Giostra. L’emergenza Covid ha purtroppo creato un problema che non si risolverà in poco...
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FIERE RINVIATE
Si aggiunga, poi, che sono “saltate” tutte le fiere del settore di questo periodo, come quelle di Mosca e Mumbai. Quella principale a livello internazionale che generalmente si tiene a ottobre a Londra, è stata rimandata all’anno prossimo. A novembre pare si terrà, invece, quella di Orlando, in Florida. Un imprenditore come Martini sarà però costretto a mandare un proprio agente americano perché, altrimenti, i costi sarebbero insostenibili. Per farsi conoscere, quindi, le aziende dovranno puntare soprattutto sui canali tradizionali: «Ci siamo presi questi giorni per potenziare, ad esempio, l’aspetto pubblicitario. Se prima mandavamo la nostra newsletter una volta al mese, ora la mandiamo una volta a settimana. Cercheremo di uscire maggiormente sulla stampa di settore. Io non ho soluzioni - continua Martini - Mi basterebbe, però, che non passassero tre mesi da quando un politico dice qualcosa all’attuazione di quel qualcosa. Bisogna snellire prima di tutto la burocrazia».
FUOCHI D’ARTIFICIO
Conferma questo stato d’animo Remo Parente, classe 1940, titolare dell’omonima azienda di fuochi artificiali, nella quale lavora con i tre figli, in una vita intera dedicata a “dipingere il cielo”. Suo nonno iniziò l’attività in Puglia 115 anni fa, poi si trasferì in Polesine. Oggi la Parente Fireworks è prima in Italia e tra i primi tre in Europa, ed è anche l’unico centro di produzione italiano di polvere nera. Tra i fiori all’occhiello, la Festa del Redentore a Venezia e quella del 14 luglio a Parigi (che quest’anno purtroppo salterà), oltre ad eventi in altri settori, come la Formula Uno e i concerti di Pink Floyd e U2. I clienti principali di Parente sono, per oltre la metà, all’estero: Stati Uniti, Emirati Arabi, Corea. L’azienda, sulla carta, potrebbe lavorare: «Con i codici Ateco siamo a posto: producendo esplosivi avevamo già protocolli rigidi e abbiamo comunque sempre lavorato in massima sicurezza. Il fatto è che sono saltate le manifestazioni all’aperto in tutto il mondo e nessuno fa spettacoli pirotecnici».
DIPENDENTI IN CIG
Parente ha 50 dipendenti, tutti in cassa integrazione: «In questi giorni ne chiamiamo qualcuno per fare pulizia. Non abbiamo possibilità di chiudere del tutto: abbiamo un prodotto che deve essere tenuto in osservazione e 90mila metri quadrati che necessitano di vigilanza. Ognuno dei nostri automezzi costa 4mila euro l’anno di assicurazione, senza contare i 50mila di polizza sull’attività. Sono tutti costi che dovremo affrontare comunque, anche se non stiamo lavorando. Come facciamo? Cosa dirò alle famiglie dei miei dipendenti?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino