«Indagine emozionale: Gaiatto non deve rimanere in carcere»

«Indagine emozionale: Gaiatto non deve rimanere in carcere»
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PORDENONE/PORTOGRUARO - Giorni impegnativi, per l'avvocato udinese Luca Ponti, che sta studiando le tante pagine dell'ordinanza che martedì scorso ha portato in carcere il suo assistito, il consulente finanziario di Portogruaro Fabio Gaiatto, con le ipotesi di accusa di associazione a delinquere, truffa aggravata, autoriciclaggio e abusivismo finanziario. Ponti annuncia quello che, ovviamente, sarà il suo primo passo nell'ambito dell'inchiesta sul trader portogruarese: «Impugneremo la misura, ne chiederemo la revoca perché non sussistono le esigenze della misura cautelare in carcere. Non ci sono rischi di reiterazione del delitto e nemmeno di pericolo di fuga».

 
L'INCHIESTAPonti racconta di un uomo prostrato dalla misura, ma racconta anche di «indagini emozionali». E spiega subito il perché di questa immagine che dipinge un quadro alquanto particolare dell'inchiesta costata più di due anni di lavoro della Guardia di Finanza di Portoguaro, coordinata dalla Procura di Pordenone. «Un'indagine molto difficile», l'ha definita il procuratore Raffaele Tito. L'avvocato di Gaiatto non entra nel merito dell'enorme mole di lavoro portato avanti dagli investigatori, ma su una cosa è chiaro. Tanto che l'ha sottolineata da subito: «Il processo è stato fatto sui documenti dello stesso Gaiatto. Ha dato il computer dove c'erano i file di tutti i contratti stipulati con gli investitori». Se, insomma, voleva far sparire delle prove non avrebbe mai consegnato quel pc che, secondo l'avvocato Ponti, racconta nel dettaglio tutto quello che il trader portogruarese avrebbe fatto. Con tanto di nomi, cognomi e importi di chi ora accusa Gaiatto di averlo truffato. 
LE IPOTESI D'ACCUSANessun dubbio, l'abusivismo finanziario c'è stato. Ma per quanto riguarda l'autoriciclaggio «dipende dai punti di vista», sintetizza Ponti che, però, sull'ipotesi di truffa aggravata spende qualche parola in più. «Tra i clienti di Gaiatto c'è chi ha guadagnato una, due, tre, quattro volte». E ci sono le testimonianze. Dunque «questa sarebbe una truffa?». Gli inquirenti avrebbero fatto di tutta l'erba un fascio, non distinguendo le varie posizioni. E di distinguo da fare l'avvocato Ponti ne ha molti ed è pronto a rappresentarli quando sarà l'ora.

GLI INTERROGATORIIntanto martedì mattina davanti al gip del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin ci saranno gli ultimi sei interrogatori di garanzia in presenza anche del pm Monica Carraturo che ha coordinato l'inchiesta della Guardia di Finanza di Portogruaro.. Si tratta di Andrea Zaggia di Saccolongo (Pd), Daniele Saccon di Mareno di Piave (Tv), Massimo Baroni di Piario (Bg), Massimo Osso di Palmanova (Ud), Flavio Nicodemo di Teglio Veneto (Ve) e Moreno Vallerin di Due Carrare (Pd). Tutti e sei hanno l'obbligo di dimora. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino