VENEZIA - Giusto per avere un'idea di quanto tempo è passato dall'inizio di questa storia, basti pensare che quel giorno Bettino Craxi ricevette a Milano il primo...
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CAPITOLI OPACHI
La figura del sottufficiale dell'Arma, che al tempo agiva sotto la copertura di un nome fittizio e la cui identità è velata da omissis anche in quest'ultimo verdetto, è un'ombra che compare spesso nei capitoli più opachi della vicenda di cui è stata protagonista l'organizzazione criminale. Come la rapina a Padova del mento di Sant'Antonio, reliquia poi ufficialmente scovata il 20 dicembre 1991 in un campo di Fiumicino grazie a una soffiata, ma in realtà consegnata dagli uomini di Maniero a due carabinieri a Bosco di Sacco proprio con la mediazione dello 007. O come l'assalto alla Pinacoteca Estense di Modena del 23 gennaio 1992, quando vengono sottratti cinque quadri di Velazquez, El Greco, Correggio e Guardi, successivamente recuperati sempre tramite l'azione dell'agente del Servizio informazioni e sicurezza militare. È nel quadro di questa collaborazione che, verso la fine di quell'anno, Felicetto fa trovare l'arsenale alle porte di Mestre, in cambio dell'interessamento del funzionario all'attenuazione della misura di sorveglianza speciale a cui è sottoposto. Ma dopo le due evasioni e l'ennesimo arresto, Maniero decide di collaborare con la giustizia e dalle sue dichiarazioni scaturisce l'inchiesta Rialto, che nell'estate del 1996 porta a 106 ordinanze di custodia.
ARRESTO E PROCESSI
A finire nel penitenziario militare di Peschiera del Garda, il 24 luglio, è anche l'uomo dei Servizi, verso cui viene ipotizzata una lunga sfilza di reati: corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, falso materiale e falso ideologico commessi da pubblico ufficiale, concorso in detenzione illecita e porto in luogo pubblico di armi da guerra, aggravato dalla violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione. Il 12 agosto il sottufficiale viene scarcerato, ma le indagini preliminari continuano per altri otto anni. L'8 novembre 2005 comincia il processo di primo grado, che si conclude il 18 dicembre 2006 con la declaratoria di prescrizione. Il funzionario del Sismi però vuole l'assoluzione piena, che arriva con l'appello dell'11 luglio 2008 «perché il fatto non sussiste».
PARCELLE E RICORSI
Lo 007 viene difeso da due avvocati, visto che uno fa in tempo a morire prima della sentenza definitiva. Le parcelle arrivano a 93.406 euro, di cui il dipendente pubblico chiede il ristoro. Ma l'Aise, che nel frattempo è subentrata al Sismi e che fa capo a Palazzo Chigi, contesta l'esosità della somma, «pari al quadruplo dei massimi della tariffa». Fra 2009 e 2010 partono due ricorsi al Tar del Lazio, che nei giorni scorsi approdano a conclusione, disponendo che venga adeguatamente motivata la congruità dell'importo, posto che l'Avvocatura dello Stato ha già riconosciuto la «particolare delicatezza e complessità dei fatti e delle questioni giuridiche trattate nel procedimento penale», la «gravità delle contestazioni e delle imputazioni», la «considerevole durata del procedimento penale». Una storia iniziata ancora con la Prima Repubblica.
Angela Pederiva
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Il Gazzettino