Tutto è iniziato con una semplice ernia al disco curata all’ospedale di Belluno. Da lì tre operazioni in 15 giorni, tre ospedali passando per due province e...
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LA CAUSA
Una catena di errori medici avrebbero portato il 45enne in quelle condizioni. Lo sostengono gli avvocati Daniele Raccanello e Chiara Menegon di Asolo che hanno presentato il ricorso per la presunta malpractice medica in Tribunale a Treviso. Il 20 dicembre scorso c’è stata la prima udienza. Si sono costituite nella causa l’Usl 1 Dolomiti, con l’avvocato Alvise Antinucci (Arealegis di Belluno) e l’Usl 2 Marca trevigiana con l’avvocato Gianfranco Gagliardi di Treviso. Il giudice ora dovrà nominare il collegio di periti a cui affidare l’esame e la documentazione per accertare se effettivamente ci siano colpe dei medici. Attualmente è ancora in riserva, si attende che fissi l’udienza per il giuramento del collegio.
L’ODISSEA
Era il 30 maggio 2017 quando il 45enne trevigiano era giunto all’ospedale San Martino di Belluno per operarsi una ernia discale (L4-L5). Torna a casa dopo l’intervento, ma 3 giorni dopo, il 3 giugno 2017 inizia il calvario. Finisce al pronto soccorso dell’ospedale di Castelfranco per una lombosciatalgia destra acuta. Viene ricoverato: resta in ospedale 3 giorni e poi viene dimesso a inviato al Ca’ Foncello di Treviso per la recidiva dell’ernia. Qui vengono fatte varie tac, risonanze magnetiche, e resta in attesa dal 6 giugno di essere sottoposto a un intervento di urgenza per ernia discale, che si effettuerà il 12 giugno. Un paio di giorni dopo, il 14 giugno 2017, viene ricoverato d’urgenza al Ca’ Foncello per una peritonite: l’ernia si era infiammata e l’intestino era stato perforato. In tutto il periodo in cui attendeva l’intervento era stato trattato con antidolorifici: curavano i sintomi, ma non la causa che è esplosa nella sua urgenza.
L’INCUBO
Da quel momento la sua vita è cambiata. Nel primo periodo non riusciva nemmeno ad andare in bagno. Ha dovuto cambiare lavoro ed è stato dichiarato dall’Inps inabile al 50% all’attività lavorativa. Secondo i suoi difensori, Belluno avrebbe trattato male l’ernia e Treviso avrebbe aggravato la situazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino