«Sei di destra». La giocatrice di calcio Elvira Bello esclusa dalla squadra

Elvira Bello con Giorgia Meloni
PADOVA - Cercavano un portiere che parasse i tiri avversari, ma ora si trovano loro stessi a dover parare le bordate che arrivano dall'esterno. E non si tratta, in questo...

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PADOVA - Cercavano un portiere che parasse i tiri avversari, ma ora si trovano loro stessi a dover parare le bordate che arrivano dall'esterno. E non si tratta, in questo caso, di azioni da gol. I responsabili dell'associazione padovana Quadrato Meticcio si trovano al centro di un caso politico per aver estromesso dalla propria squadra femminile di calcio a 5 Elvira Bello, trentasettenne esponente di Fratelli d'Italia e presidente del circolo di Cadoneghe. La giocatrice aveva cominciato ad allenarsi da pochi giorni, ma all'interno dell'associazione più di qualcuno ha notato subito alcuni post contro i migranti che aveva condiviso sul proprio profilo Facebook. Oltre a questi, anche un like che la Bello avrebbe messo ad una pagina con frasi di Mussolini. Una posizione politica inconciliabile, secondo i vertici dell'associazione, con i valori del Quadrato Meticcio, che nel proprio statuto fa riferimento all'impegno contro il razzismo e all'inclusione dei migranti. 

 
LE POSIZIONIIl Quadrato Meticcio ritiene che le scelte politiche condivise dalla giocatrice siano incompatibili «con i valori etici dell'associazione, oltre che con quelli del Coni». La diretta interessata, però, spara a zero. «Ho ricevuto molte offerte e già martedì prossimo mi allenerò con un'altra squadra - ha spiegato ieri sera -. Quella che mi è successa è una discriminazione odiosa, se fosse successo a qualcuno di un altro partito mi darebbe fastidio lo stesso. Lo sport è sport e la politica è politica. Da parte mia non c'è mai stata una parola scorretta o un gesto di offesa. Sono anche una mamma e spero che non succeda lo stesso a qualche ragazzino». Elvira Bello spiega che la sua esclusione dal team è stata confermata e giura di non avere ora alcun rimpianto: «Di certo non torno in un gruppo che non mi vuole. E poi nel loro statuto si parla tanto di inclusione ma dove è l'inclusione nei miei confronti?». 
IL COMITATO OLIMPICOSul caso è intervenuto in serata anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Questa circostanza si pone in palese antitesi con i valori ineludibili dello sport, in ogni sua declinazione. Il nostro movimento, da sempre sinonimo di fratellanza e condivisione - evidenzia il numero uno dello sport italiano - riconosce la centralità dell'inclusione come pilastro non negoziabile e non si presta a strumentalizzazioni di natura ideologica che tendono a minare l'autenticità del nobile messaggio che da sempre lo caratterizza».
LA POLITICA«Noi ci basiamo sui valori dell'anti-razzismo e non possiamo ammettere tra i nostri iscritti una persona che fa i banchetti in piazza contro i nostri valori e che pubblica post di un certo tipo - è la posizione dell'associazione -. La nostra è una casa accogliente ma ci riserviamo il diritto esclusivo di poter decidere chi fare entrare e chi no, come accade in ogni altra associazione». Una posizione netta, che ha portato alla scelta di dare il benservito alla coordinatrice di Fratelli d'Italia. 

La giornata di ieri, però, si è caratterizzata anche per un lungo susseguirsi di reazioni politiche. «Sono scandalizzata dalla notizia dell'esclusione di Elvira dalla squadra di calcio a 5 nella quale giocava - sono le parole di Giorgia Meloni -. Elvira è stata cacciata e messa alla porta perché le sue idee e il suo impegno politico sono stati giudicati incompatibili con gli intenti sociali dell'associazione. Se il Quadrato Meticcio vuole fare un circolo politico, è libera di farlo ma non può godere dei vantaggi fiscali riconosciuti dalla legge a chi pratica sport. Faccia pure il torneo dei centri sociali d'Italia se ci tiene - ha proseguito la leader di FdI-. Noi presenteremo un'interrogazione al governo su questa vergogna e chiederemo al Coni di intervenire subito per ribadire che nel mondo dello sport non c'è nessuno spazio per la discriminazione». Il caso è tutt'altro che chiuso. 
Gabriele Pipia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino