VENEZIA - Beccarli in flagrante è difficile, praticamente impossibile. Eppure loro sono lì, impassibili, a presidiare il territorio probabilmente offrendo la droga...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A distinguere queste persone dalle altre presenti ogni sera in piazza, è l’assenza di una bibita in mano. Se infatti i giovani che frequentano il campo per divertimento e socializzazione hanno sempre un bicchiere, questi invece no. Sembrano non far parte di alcun gruppetto di amici, non paiono integrati e attendono, probabilmente, il cliente giusto. Un’altra chiave di lettura la offre il possesso di due telefoni: spesso si tratta di uno smartphone e di un telefono di vecchia generazione, forse perché più difficile da controllare da terzi non avendo al suo interno un vero e proprio sistema operativo.
A denunciare il problema sono ancora una volta i residenti, come la signora Adele, che scrive: «Il suolo pubblico era di fatto abusivamente occupato. Per non parlare dei soliti 7-8 spacciatori di turno appostati sul ponte e in campo San Pantalon. È una vera indecenza, una vergogna che le autorità tollerino e permettano una cosa del genere, per di più in pieno centro città». Insoddisfatti anche gli esercenti, che cercano di tamponare la situazione come possono. Anche se solo una minima parte, pare un terzo dei presenti in zona, è disposta a pagare il servizio di security che durante le sere del fine settimana si può notare. «Se tutti ci autotassassimo - spiega uno di loro - potremmo facilmente avere i bodyguard tutta la settimana e forse la situazione sarebbe migliore». Un altro tratto distintivo che differenzia i probabili spacciatori è che, quando il servizio di vigilanza privata prende posizione sul ponte, questi spariscono, quasi avessero qualcosa da nascondere. Mentre quando la sicurezza si sposta dall’altro lato del campo, questi riappaiono, in una sorta di gioco a guardie e ladri in cui ci si alterna. Del resto, la presenza di possibili spacciatori è anche indice di una presenza di domanda, probabilmente effettuata da alcuni giovani in cerca di sballo. Un altro posto dove è possibile vedere persone sospette è alla Scuola Grande dei Carmini, anche se, dato il minor passaggio in quest’area rispetto a San Pantalon, è meno facile incontrarle.
Il problema droga sta quindi tentando di riemergere, nonostante vigilanza privata e forze dell’ordine che presidiano il territorio sia in borghese che in divisa, abbiano abbassato notevolmente il livello di allarme, consentendo agli esercenti di lavorare in maniera più serena. Resta però il timore che il problema si riproponga, per questo anche gli stessi lavoratori della zona chiedono che la soglia di attenzione rimanga alta. Diverso il discorso per quel che riguarda la “movida” cittadina. Se la musica dei locali è tollerata fino alle 23, c’è chi comunque lamenta un forte disagio. Nella stessa segnalazione, la signora scrive: «L’altra sera (mercoledì, ndr) verso le 23 campo Santa Margherita era una bolgia infernale. Se vivessi sul campo, credo che impazzirei. I cittadini del campo sono di fatto privati del sacrosanto diritto al riposo. La “calle della chiesa” era intasata, il passaggio letteralmente bloccato. Per poter passare ho dovuto urlare e spintonare, con la paura che questi giovani mi aggredissero». Diversa la situazione di venerdì, dove il campo risultava mezzo vuoto, con una concentrazione particolare nella zona del ponte di San Pantalon e i plateatici di alcuni locali gremiti di persone. Stando a chi opera nella zona, è proprio a metà settimana il momento più difficile: assenza di vigilanza privata e ronde notturne delle forze dell’ordine meno intense, lasciano maggiore spazio ai balordi. Pare però che, per quanto riguarda la confusione, si tratti più di un andamento saltuario, con giorni in cui ci sia maggiore intasamento di persone e giorni, come venerdì scorso, in cui il campo sia meno difficile da frequentare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino