Cortina, sos dalla scuola alberghiera: «Tutti studenti da fuori»

Il polo scolastico Valboite: c'è apprensione all'istituto alberghiero per il numero degli iscritti
CORTINA - All’istituto scolastico omnicomprensivo Valboite, con cinque scuole fra Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore, circola una certa apprensione di fronte ai...

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CORTINA - All’istituto scolastico omnicomprensivo Valboite, con cinque scuole fra Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore, circola una certa apprensione di fronte ai numeri degli iscritti, visto l’importante calo demografico degli ultimi anni. È una delle riflessioni proposte dalla professoressa Tiziana Pivotti, docente vicaria dell’istituto, mentre si avvicina la scadenza delle iscrizioni per l’anno scolastico 2022/2023. «L’istituto che è in maggiore sofferenza in questo momento storico è l’alberghiero. In un paese a forte vocazione turistica sorprende che la maggior parte degli studenti iscritti provenga dai bacini del Cadore, del Comelico, da Auronzo e da Dobbiaco. In alcune classi non si registra la presenza neanche di uno studente residente a Cortina: una riflessione è opportuna».


L’IMPEGNO


Lo stimolo è raccolto da Roberta Alverà, presidente della associazione albergatori. «È vero: nel nostro settore facciamo fatica a trovare collaboratori del posto, nei vari reparti della ricettività alberghiera, dalla cucina alla sala, alla segreteria. Evidentemente è un lavoro che non attira i nostri ragazzi; credo sia per il fatto che obbliga a lavorare i giorni festivi, nel fine settimana, senza giorni liberi. È di certo un sacrificio e forse per questo i ragazzi non lo considerano, per preferire magari un ufficio, che garantisce sabato e domenica a casa. Eppure è un lavoro stimolate e gratificante, che porta a conoscere molta gente e consente di promuovere il territorio».


LE PROSPETTIVE

Sulle possibili soluzioni, Alverà spiega: «Ne stiamo parlando da tempo e il nostro obiettivo è riuscire ad attivare un programma a lungo termine, in ottica futura, nella prospettiva di 5 anni, forse più. Sarebbe funzionale alla nostra attività riuscire ad avere personale formato, che vive nella località. Per questo serve una scuola che prepari i giovani e anche la disponibilità di alloggi per il personale, che finisca per radicarsi al territorio, così da contrastare la progressiva diminuzione della popolazione nei nostri paesi». Il calo demografico è una delle più forti fonti di preoccupazione: «Noi dirigenza, docenti, famiglie, amministrazione comunale ed enti locali dobbiamo interrogarci sul futuro delle nostre scuole – dice la prof. Pivotti – in particolare delle superiori di secondo grado, e tutti di concerto dobbiamo agire per preservare uno dei principali punti di ancoraggio delle comunità montane; salvaguardare la scuola è tutelare la comunità stessa. La scuola, luogo di crescita identitaria, di confronto generazionale, di relazioni sociali è come la chiesa e il municipio, è un simbolo del paese in cui ognuno si riconosce. La chiusura di una scuola o di un indirizzo liceale o professionale, conseguente allo spopolamento, al calo demografico, alle mode, è un rischio che un paese come Cortina non deve correre. Significa perdere il futuro».

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Il Gazzettino