Corse folli con i barchini in laguna a Venezia: effetto multe, corsa nei cantieri navali per ridurre la potenza dei motori Video

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VENEZIA I diportisti tra l’incudine della capitaneria e il martello della questura. Da una parte c’è la nuova ordinanza che vieta moto ondoso e planate in laguna (anche se entro i limiti di velocità) dall’altra c’è il giro di vite della polizia, che nelle ultime settimane sta passando al setaccio i canali con acquascooter e volanti in acqua e con droni, elicottero e aereo dall’alto. E se questa è l’azione, la reazione è che le officine nautiche, in questi due giorni, sono state prese letteralmente prese d’assalto da chi chiedeva di “rimettere in regola” i motori. «In 48 ore abbiamo avuto centinaia di richieste - racconta Mauro Gherardi, titolare del cantiere motonautico Selva di Cannaregio - e non si tratta solo di ragazzini col barchino, ma anche padri di famiglia con open. I motori sono tutti “modificati”, è il segreto di Pulcinella».


Corse folli sull'acqua, ancora gare tra minorenni su barchini: controlli coi droni

L’impatto del giro di vite, in effetti, è stato notevole: le multe sono salate e il dispositivo della questura adesso ha puntato, per la prima volta, ai motori. Solo due giorni fa la polizia ne ha sequestrati tre. E non ci si mette al sicuro nemmeno andando piano, visto che i controlli negli ultimi giorni hanno interessato anche barche che non erano in planata, ma ad andatura regolare. «I diportisti sono terrorizzati - aggiunge Maurizio Noè della Nautica Marton - si stanno presentando a frotte. È l’effetto di cercare di arginare la questione dei ragazzini che volano sull’acqua, solo che ovviamente questo adesso coinvolge tutti. Molti, tra l’altro, sono motori che non vendo neanche: mi sto organizzando con le case di produzione per farmi inviare i pezzi per riportarli a com’erano prima».
 

LE CRITICHE

Il lato positivo, verrebbe da pensare, è che dopo lo stop per il Covid, un bel po’ di lavoro extra non possa che giovare a chi lavoro con la nautica. «Ma cosa pensate che si possa ricavare da un intervento di questo tipo? - replica Gherardi - si tratta di un lavoro di 5 minuti, quando mi arriva un ragazzino col barchino non lo faccio nemmeno pagare. In realtà per noi è solo un’enorme perdita di tempo». Ma come si elabora un motore fuoribordo? «È facile, lo fanno da soli - spiega - basta rimuovere una strozzatura sull’aria. Per ripristinarlo non dobbiamo fare altro che rimetterla dov’era». Ma queste disposizioni sono la via giusta da percorrere? «Non lo so, secondo me sarebbe stato meglio sorvegliare questi ragazzini e colpire loro con multe pesanti - aggiunge - perché d’accordo un barchino, ma un open con un motore depotenziato a 40 cavalli fatica a muoversi, se si deve aggirare un ostacolo si va in difficoltà». Il problema però è anche di sicurezza: chi corre mette in pericolo gli altri, e i casi di morti in laguna non sono mancati negli ultimi anni. Senza contare che il questore Maurizio Masciopinto ha messo più volte l’accento sui rischi delle gare clandestine tra i canali. «Proprio per questo dico che sarebbe stato opportuno colpire chi corre così tanto, anche con sequestri e confische se necessario - conclude - ma una barca che pesa sei quintali, un open, non viaggia con un motore così, per assurdo diventa più pericolosa per la navigazione a questa velocità. Inoltre - continua - una barca in planata sposta molta meno acqua di una affossata. E questo non lo dico io, ma il principio di Archimede».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino