MIRA/PADOVA - Aveva creato un buco finanziario da quasi quindici milioni di euro. Gian Pietro Contorto, imprenditore di Mira, ma originario del Padovano, è stato arrestato...
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La condanna era arrivata l'anno scorso, in aprile, ma solo oggi è stata applicata dai carabinieri della Tenenza di Mira, in provincia di Venezia.
I fatti per i quali l’imprenditore è stato condannato sono avvenuti nel 2011, quando si era reso autore di condotte al limite della legalità nella gestione di società finanziarie e di consulenza che operavano tra Bologna e Milano. L’uomo infatti dissimulava la propria condotta criminale appropriandosi di fondi aziendali e ricorrendo ad altre fonti irregolari per colmare i buchi di bilancio così creati. Le società “fantasma” venivano aperte e chiuse in successione fittissima, in modo da nascondere i fondi che venivano però intascati da lui e dai sodali.
In particolare, le sue attività erano legate ala società Finambrosiano Scpa di Milano. L'uomo, secondo gli inquirenti, si era appunto appropriato di fondi aziendali e aveva fatto ricorso ad altre fonti irregolari per colmare i buchi di bilancio creati. Le società fantasma venivano aperte e chiuse in successione, con una frequenza tale da far pensare che alla base ci fosse un metodo scientifico, e non un banale errore burocratico.
fondi che venivano, come ricostruito dalla procura meneghina, intascati da lui e dai sodali. Il gruppo, infatti, aumentava i propri capitali con delle truffe: loro si arricchivano mentre le società venivano svuotate. Le indagini, iniziate una decina di anni fa, avevano portato a scoprire il trucco dei cinque responsabili della società, tra cui anche Contorto. Il processo si era concluso solo qualche settimana fa, arrivando quindi alla sentenza che aveva portato a una pesante condanna a otto anni e due mesi di carcere.
L’uomo, rintracciato dai carabinieri, è stato tradotto al carcere di Santa Maria Maggiore, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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Il Gazzettino