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CASTELFRANCO - Non più con la sonda, la colonscopia a Castelfranco Veneto si farà ingerendo una pillola. Si tratta di una capsula grande pochi millimetri, l'equivalente di una pastiglia per il mal di testa, che però custodisce al suo interno una microcamera capace di filmare tutto il tragitto dell'intestino fino al colon. La PillcamCololon2 arriverà entro fine mese nella sede dell'Istituto oncologico veneto del San Giacomo e porterà con sè un cambio di rotta per uno degli esami più temuti ed invasivi: la colonscopia. Questa nuova metodologia, a differenza della precedente, è tutt'altro che invasiva e non costringe più il paziente ad una preparazione fisica particolare. E, in parte, annienta anche il fattore ansia.
LA NOVITA'
«La diagnostica con colonscopia per quanto riguarda lo Iov, è tra le più importanti per la diagnosi di patologie benigne, infiammazioni, o oncologiche - spiega la direttrice generale dello Iov, Patrizia Benini - La colonscopia è un esame che ha sempre un limitato rischio di perforazione della parete intestinale.
I BENEFICI
Questa infatti segue il normale decorso di una pastiglia comune assunta via bocca. Viene ingerita, segue l'apparato digerente e arriva al colon trasmettendo le immagini di tutto questo tragitto. Il paziente, oltre ad ingoiare la pillola con un po' d'acqua, indosserà anche un registratore che trasmetterà le immagini ad un apposito computer e delle antenne che saranno fissate con degli adesivi alla cute dell'addome o ad una cintura con elettrodi integrati. Durante l'esame il paziente sarà anche libero di muoversi o di riposare e dopo circa tre ore potrà bere e mangiare normalmente. Alla fine della registrazione, dalle 6 alle 8 ore circa, verrà rimosso il registratore con le annesse antenne e il paziente potrà tornare a casa in maniera autonoma.
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Il Gazzettino