La stangata ai vandali del clima: sindaci divisi. Il primo cittadino di Treviso: «Pene esemplari»

La stangata ai vandali del clima: sindaci divisi
PADOVA - «Adesso sbagliano, ma non vanno considerati dei terroristi. È importante che questi movimenti cambino modo di protestare proprio per salvaguardare la loro...

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PADOVA - «Adesso sbagliano, ma non vanno considerati dei terroristi. È importante che questi movimenti cambino modo di protestare proprio per salvaguardare la loro finalità, assolutamente condivisibili». Parole del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha preso posizione commentando così l'iniziativa della Procura di Padova di indagare 12 attivisti di Ultima Generazione per associazione a delinquere finalizzata a ostacolare il traffico, a interrompere i pubblici servizi e a imbrattare edifici privati, pubblici e di interesse storico. Una contestazione pesante e senza precedenti, per sette diversi blitz messi a segno dal collettivo che ha reagito all'iniziativa degli inquirenti sostenendo che «dei cittadini non violenti vengono trattati come se fossero mafiosi. Questa è la legge del Far West, non la legge di uno Stato democratico».


LA REPLICA
Mario Conte, presidente dell'Anci Veneto, concorda con Nardella solo su un punto: «È chiaro che non stiamo parlando di terroristi». Ma la sua analisi va oltre, sposando l'iniziativa della Procura di Padova: «Io sto dalla parte del patrimonio storico e culturale del nostro Paese - afferma Conte - che deve essere tutelato. Non posso condividere i metodi di chi per protesta rovina la nostra storia e i nostri monumenti, talvolta in maniera irreparabile: si tratta di gesti che fanno male alla collettività. Purtroppo questo tipo di azioni sta diventando una moda, ed è una moda pericolosa. Motivo per cui non deve passare il messaggio che in Italia possa essere consentito tutto». E sull'azione promossa dagli inquirenti è altrettanto chiaro: «Credo abbiano fatto bene - continua - Io sono abituato ad assumermi le mie responsabilità e trovo giusto che chi si macchia di certi reati debba risponderne in base alla gravità. Se si arriverà a una condanna mi aspetto dunque che sia esemplare». Punto. Il sindaco Nardella, dopo l'imbrattamento di Palazzo Vecchio, ha avuto più volte un confronto con gli attivisti. Ieri ha ribadito che compito delle istituzioni è quello di «lavorare sulla prevenzione e costruire un'alleanza tra sindaci e movimenti che si basi sul rispetto delle regole. Dobbiamo chiedere loro di rinunciare a forme di protesta che danneggiano il patrimonio ma soprattutto rischiano di essere controproducenti perché impopolari». Anche il presidente dell'Anci Veneto è d'accordo sul tema del dialogo, ma ciò non toglie che al danno debba corrispondere la pena, visto che sono azioni studiate ad arte per rovinare di proposito il patrimonio artistico, storico e culturale al solo scopo di attirare il più possibile l'attenzione dei media, utilizzandoli come cassa di risonanza.


LE ACCUSE


Le accuse mosse dalla Procura di Padova contro i 12 attivisti di Ultima Generazione, di età compresa tra i 21 e i 57 anni, per la maggior parte veneti residenti a Padova (2), Villa del Conte (Padova), Belluno, Voghera (Pavia, ma con domicilio a Mestre), Follina, Carbonera e Mogliano (Treviso), Venezia, San Nazario (Vicenza), Bussolengo (Verona), San Lazzaro di Savena (Bologna), riguardano, come detto, sette diverse proteste plateali. Il primo episodio contestato è del 29 aprile 2022, quando fu bloccato il traffico su via Venezia. L'11 maggio è stato poi imbrattato il muro del centro San Gaetano e alcuni attivisti si sono incatenati all'ingresso. Il 10 giugno un altro blocco del traffico, stavolta sul cavalcavia Chiesanuova. Il 21 agosto in due si sono incatenati alle transenne alla cappella degli Scrovegni, mentre un terzo riprendeva con un cellulare. Il 7 settembre hanno preso di mira la sede della Lega. Alcuni giorni più tardi, il 21 settembre, gli attivisti hanno di nuovo preso di mira la casa del Carroccio muniti di maschere del ministro Roberto Cingolani e del senatore Matteo Salvini, simulando l'uccisione di una ragazzina gettandole addosso della carbonella. Infine l'ultima azione contestata è del 6 ottobre, quando in cinque hanno bloccato il traffico su corso Australia. Il 12 aprile poi è stato allestito un nuovo blocco in via Trieste. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino