BELLUNO - Centosessantaquattromila euro di danni in un anno: 13mila euro al mese, quasi 500 euro al giorno. È il conto dei danni provocati in provincia di Belluno alle...
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Il cinghiale è inserito tra gli animali da eradicare in questa provincia. Non esiste distinzione di sesso o di età. Vanno tutti abbattuti.
«Abbiamo ricevuto il parere positivo da parte dell'Ispra per poter effettuare il controllo 365 giorni l'anno e 24 ore su 24, e abbiamo abilitato 1.405 controllori - prosegue Franco De Bon - l'eradicazione del cinghiale è una necessità per il nostro territorio. E proprio per questo abbiamo predisposto il piano di controllo». La Provincia ha anche messo a punto un sistema basato sulle comunicazioni via sms per avere un quadro preciso di chi è impegnato nell'attività di controllo, praticamente in tempo reale. «È difficile conteggiare quanti cinghiali ci siano in provincia - prosegue De Bon - si tratta di un animale che non vive sulla neve. Se c'è ghiaccio si sposta sulla Pedemontana ma se c'è molto cibo al contrario le femmine potrebbero fare due parti all'anno: in primavera e in autunno. Insomma, fare delle stime non è possibile».
TAVOLO VERDE
«Con l'istituzione del Tavolo verde - spiega De Bon - abbiamo cominciato un rapporto di collaborazione stretta con gli agricoltori. In altre zone d'Italia, si stanno cercando gli strumenti per contrastare i danni provocati dalla fauna selvatica. A Belluno siamo un passo avanti. E potremmo spendere la nostra realtà come esempio di buone pratiche esportabili anche altrove». Il Tavolo verde è stato istituito dalla Provincia nel mese di maggio. Si tratta di uno strumento che mette in relazione le esigenze delle aziende agricole con le conoscenze e le tecniche del mondo venatorio. L'obiettivo è quello del controllo mirato della fauna selvatica, in particolare degli ungulati.
PRESIDIO DEL TERRITORIO
Allevatori e gli agricoltori costituiscono un presidio irrinunciabile per i territori montani, a Palazzo Piloni lo sanno bene. «Le Dolomiti hanno meritato il titolo di patrimonio dell'Umanità grazie al valore paesaggistico, definito anche attraverso il lavoro dell'agricoltura. Senza contare che nell'agenda 2030 dell'Onu sullo sviluppo sostenibile, uno degli obiettivi è proprio la conservazione della biodiversità, resa possibile grazie all'attività delle malghe e dell'alpeggio, in grado di garantire uno sfalcio sistematico dei prati, contro l'avanzata del bosco. È quindi doveroso e necessario che la politica si adoperi per risolvere le criticità della fauna selvatica impattante».
Andrea Zambenedetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino