L'opuscolo anti-stupro finisce in Parlamento, il ministro: «La scuola ha il dovere di promuovere il rispetto»

Il caso Cividale in Parlamento. M5S: «Non c'è una scusante per lo stupro». Il ministro Valditara: «La scuola sa svolgere il suo ruolo educativo»
CIVIDALE - Interrogazioni a risposta immediata oggi alla Camera dei deputati. Tra queste, quella sul caso dell'opuscolo anti stupro finanziato con fondi della Regione e...

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CIVIDALE - Interrogazioni a risposta immediata oggi alla Camera dei deputati. Tra queste, quella sul caso dell'opuscolo anti stupro finanziato con fondi della Regione e diffuso nelle scuole medie e superiori dal Comune di Cividale del Friuli, che, dopo aver scatenato diverse polemiche, è finito direttamente all'attenzione del ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara.

Contro il libretto "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza" si è mossa Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 stelle, che ha presentato un'interrogazione al ministro Valditara. Cofirmatario del documento l'onorevole Gaetano Amato (M5S) che, facendosi portavoce dei contenuti espressi nell'interrogazione, è intervenuto in aula. «Ieri abbiamo votato all'unanimità una commissione d'inchiesta sul femminicidio, oggi ci troviamo a parlare di stupro per il caso di un opuscolo diffuso in Friuli» ha dichiarato il deputato, ribadendo una volta per tutte come non ci sia «una scusante allo stupro». L'opuscolo in questione, infatti, invitava a non sorridere in modo provocante agli sconosciuti e a non indossare abiti succinti in discoteca. In buona sostanza, spiega Amato «si dava consiglio alle donne su come fare per non essere stuprate. Ma una camicetta aderente è provocante? Uscire la sera dopo il lavoro è colpa per una donna?».

Puntualmente è arrivata la risposta del ministro Valditara, che, ha rimarcato le iniziative di competenza del ministero dell'istruzione e del merito volte a riaffermare i principi di pari dignità e non discriminazione, prima condizione per prevenire gli atti di violenza di genere. Anche su questi temi, ha proseguito il ministro «il mio impegno è che il sistema educativo sia in grado di svolgere il suo ruolo, la scuola infatti ha il ruolo privilegiato per la promozione e realizzazione di attività finalizzate al contrasto di ogni forma di discriminazione e per la diffusione della cultura del rispetto, che sta alla base della convivenza civile».

Una risposta, però, che non ha soddisfatto chi siede ai banchi dell'opposizione. Secondo l'onorevole Antonio Caso (M5S) il problema non sarebbe stato centrato, perché, come anticipato tra le righe dal collega Amato «non è l'opuscolo in sé, bensì il pensiero» che sta dietro questo, condito di «quell'idea malsana e patriarcale, che sul tema prova a sostituire la figura della vittima con quella del carnefice. È questo vostro concetto di educazione che comincia a preoccuparci» ha continuato Caso, un sistema - secondo lui - basato non sull'educare, ma volto a «correggere e mortificare. Non possiamo parlare di un semplice errore, perché l'abbiamo letto tutti l'opuscolo. Chi decide quale è un sorriso ironico? Forse le stesse persone che poi nella scuola devono valutare il merito? Com'è possibile che questo opuscolo sia stato stampato e portato nelle singole scuole di un comune da voi amministrato e da una regione da voi gestita. Penso che sia necessario ripeterlo: "La violenza sulle donne non è colpa delle donne"».

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Il Gazzettino