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Se le premesse sono queste, si salvi chi può. L’estate tra le Dolomiti era partita bene ma rischia di finire male, insidiata com’è dal caro energia che sta mettendo a dura prova alberghi e ristoranti. Il peggio deve però ancora venire. Se infatti ancora si riesce, in qualche modo, a reggere al colpo delle bollette astronomiche che vengono recapitate negli alberghi, il colpo, stavolta mortale, lo darà di certo l’arrivo dell’inverno: insieme alle temperature, caleranno inevitabilmente anche molte serrande. Preoccupazioni confermate anche dal numero uno di Federalberghi, Walter De Cassan: «L’inverno, stando così le cose, sarà un grosso problema. I costi stanno già diventando insostenibili ora, non oso immaginare quando arriverà il freddo». Una situazione ineludibile, d’altro canto: in montagna l’inverno si fa sentire, eccome: «Non è certo pensabile spegnere il riscaldamento e lasciare i clienti a morire di freddo per risparmiare. Di contro, però, non possiamo nemmeno pensare di lavorare rimettendoci – prosegue De Cassan. Con i costi di gestione che le attuali proiezioni lasciano intendere per i prossimi mesi si finirà col lavorare in perdita».
Caro energia
In alternativa, si dovranno aumentare ulteriormente i prezzi per i soggiorni, con il risultato, non certo migliore, di vedere molte famiglie rinunciare al pernottamento e di avere meno introiti. «Facciamo un rapido calcolo: le stime dicono che gli skipass subiranno un aumento del 5-10%; gli alberghi, necessariamente, ritoccheranno al rialzo almeno del 15% i prezzi.
Chiusure anticipate
«Probabilmente assisteremo alla chiusura anticipata di diverse strutture: parliamo di una, due, anche tre settimane in meno di lavoro», chiosa De Cassan. Comprendere la scelta è facile: nel momento in cui si scende sotto una certa soglia di riempimento degli alberghi, i costi incidono troppo e non conviene più tenere aperto. La soluzione al problema non sembra nemmeno minimamente all’orizzonte. «Il problema è noto, ma manca chi se ne deve occupare». «Il governo non è ormai più un interlocutore: con le elezioni alle porte, si portano avanti gli affari correnti ma niente di più. Ogni soluzione che arriverà -se arriverà- rischia comunque di essere tardiva», chiude De Cassan. Nella più rosea delle aspettative, facendo un rapido conto, una volta insediato il nuovo esecutivo, si potrà sperare forse in qualche intervento concreto da ottobre o novembre. «Ma sarà comunque tardi. Sarà tardi, soprattutto, per la montagna». Un vero peccato perché l’estate era partita sotto una buona stella. I dati sui flussi turistici e sul ritorno degli stranieri avevano fatto ben sperare. Purtroppo, ci hanno pensato le bollette e i costi in impennata a smorzare gli entusiasmi. Il rilancio, tanto sperato dopo gli anni bui del covid, rischia così di rimanere per ora soltanto abbozzato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino