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TREVISO - «Stiamo proponendo ai nostri clienti contratti rivisti con il correttivo carburante. Con degli aumenti. È chiaro che i costi aumentano. Se risponderanno di no, dovremo fermare i camion. Non ci sono altre soluzioni». Alessandro Marchese, titolare della Spedizioni Marchese, società con base a Gorgo al Monticano, lo pone come un aut aut. L'azienda è storica. Conta 23 dipendenti e 25 camion. Negli anni è diventata leader in particolare nel trasporto di vino sfuso in tutta Italia. L'incredibile aumento del costo del carburante la mette davanti a un bivio. In alcuni casi ormai si viaggia addirittura verso quota 2,50 euro al litro.
IL SALASSO
«Solo nell'ultimo fine settimana c'è stata un'impennata del 30% spiega Marchese non abbiamo visto una cosa del genere nemmeno in occasione delle Torri Gemelle o della guerra in Iraq». Martedì ha inviato una lettera a tutti i suoi clienti spiegando loro che è inevitabile applicare un correttivo per far quadrare i conti. Tradotto: bisogna alzare le tariffe. «Il carburante incide per il 25% sul totale dei nostri costi. È questa la quota che va rivista specifica la situazione è disperata anche per i clienti. Una cantina della zona di Conegliano che commerciava in particolare con la Russia ha già messo i propri dipendenti in cassa integrazione.
LO SFOGO
Le prospettive sono fosche. Marchese, come tanti altri suoi colleghi, non riesce proprio a vedere un futuro sereno. Almeno non adesso: «La politica avrebbe dovuto confrontarsi con il mondo economico aggiunge temo dovremo abituarci a questi costi assurdi e ingestibili. È stata creata una guerra economica. E purtroppo potrebbe non essere breve». Le aziende di autotrasporto continueranno a lavorare fino a quando non si arriverà al punto di non ritorno, sperando di non raggiungerlo mai. Il punto di vista è sostanzialmente identico a quello espresso da Piero Casarin, presidente della casa di spedizioni Casarin di Zero Branco, durante la manifestazione che esattamente una settimana fa ha portato camion e trattori a radunarsi nella piazza del municipio. Qui si prefigurano licenziamenti: «Se non si farà qualcosa per arginare il caro-carburante, le aziende di trasporto saranno costrette a licenziare personale ha sottolineato la crisi scatenata dalla guerra arriva dopo due anni di epidemia da Covid, che hanno già messo a dura prova molte aziende. I rincari oggi sono smisurati. Per noi il peso maggiore è rappresentato dall'aumento del costo del carburante. Se non verrà trovata una soluzione saremo costretti a rinunciare ad alcune commesse e, di conseguenza, ci sarà una perdita di posti di lavoro».
RIMEDI
Anche Alberto Rossetto, titolare delle pompe bianche tra Morgano e Badoere, oltre che vicesindaco di Morgano, ha consigliato ai propri clienti di non lavorare in perdita. «Come gestori di distributori siamo tra l'incudine e il martello allarga le braccia e non guadagniamo un euro in più». Il rischio è che si scateni un vortice di fallimenti. La conferma è arrivata direttamente da Danilo Vendrame, presidente dei trasportatori della Confartigianato: «Fermate i camion piuttosto di lavorare in perdita: le aziende di trasporto che oggi non possono far quadrare i conti a causa del costo del carburante, soprattutto quelle più piccole, domani rischiano di saltare definitivamente conclude i primi effetti si vedranno già tra un mese e mezzo, quando tirando le somme si scoprirà di aver speso di più di quanto si è incassato».
Il Gazzettino