Campo nomadi, acqua razionata dopo le bollette stellari

Il campo di via Monte Sei Busi
UDINE - Basta sprechi: Comune e Cafc installano un limitatore per ridurre il consumo di acqua al campo nomadi di via Monte Sei Busi, limitando la fornitura a circa 10 mila litri...

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UDINE - Basta sprechi: Comune e Cafc installano un limitatore per ridurre il consumo di acqua al campo nomadi di via Monte Sei Busi, limitando la fornitura a circa 10 mila litri al giorno. «Chi consuma come se avesse una piscina - ha fatto sapere la giunta Fontanini - paga».

Bolletta record


L’allarme, per un’impennata del contatore, era scattato lo scorso febbraio ed era stato lo stesso gestore ad avvertire il Municipio, cui è intestata la bolletta, nonostante il terreno sia di proprietà demaniale, di un boom nell’utenza idrica, che era arrivata a 100 mila litri al giorno. Una cifra esorbitante, che aveva fatto sobbalzare Palazzo D’Aronco (soprattutto in un periodo di aumento dei prezzi) e l’aveva spinto a intervenire, con i suoi tecnici, per capire l’origine del problema, che si è poi scoperto essere riconducibile a impianti fatiscenti. L’amministrazione si era poi accordata con il Consorzio Acquedotto Friuli Centrale per trovare una soluzione, messa in pratica ieri, con un giro di vite (metaforico e letterale) ai consumi. 


Cosa succede nel campo nomadi


L’operazione è avvenuta ieri mattina, alla presenza dell’assessore alla sicurezza, Alessandro Ciani, e degli agenti della Polizia locale. Nelle scorse settimane, invece, era stata concretizzata la prima parte dell’intervento, con il rifacimento del pozzetto dell’acqua all’esterno del campo nomadi, nel quale vivono una cinquantina di famiglie. «Abbiamo ripristinato una condizione di equità. Il servizio di fornitura dell’acqua è garantito, ma la stagione degli sprechi è finita», ha spiegato l’assessore Ciani. Il campo nomadi si beve letteralmente circa 100 mila litri di acqua al giorno. Lo scorso anno il Comune ha pagato 26mila euro per questo consumo spropositato e irragionevole (per fare un confronto, secondo i dati dell’amministrazione per la piscina di via Pradamano se ne spendono 15 mila circa). «Non siamo disposti - conclude Ciani - a continuare a pagare conti del genere. La quota vitale di acqua è stimata in 50 litri al giorno a persona: il Cafc ha stabilito una soglia di 200 litri al giorno: di fatto, il campo nomadi consumava acqua come fosse una piscina olimpica». Il Comune specifica che l’utenza non è stata interrotta e che, comunque, gli abitanti del campo nomadi che vorranno avere un consumo più elevato potranno intestarsi l’utenza, come già accade per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica: «Non abbiamo chiuso i rubinetti - ha concluso l’assessore Ciani -, abbiamo semplicemente limitato la portata dell’acqua. 


INCONTRO


Nelle scorse settimane ci sono stati incontri con i nomadi per spiegare le ragioni dell’intervento. Abbiamo chiarito che, chi vorrà, potrà chiedere l’installazione di un proprio contatore e pagare l’acqua effettivamente consumata, esattamente come succede per tutte le famiglie. Chi vuole le piscine se le paga di tasca propria». Quella della fornitura idrica non è l’unica questione in piedi per quanto riguarda il campo di via Monte Sei Busi; il Comune, a breve, dovrà rimuovere una copertura sul terreno demaniale e demolire un fabbricato non autorizzato (dopo aver verificato l’eventuale presenza di amianto).

 

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Il Gazzettino