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UDINE - Basta sprechi: Comune e Cafc installano un limitatore per ridurre il consumo di acqua al campo nomadi di via Monte Sei Busi, limitando la fornitura a circa 10 mila litri al giorno. «Chi consuma come se avesse una piscina - ha fatto sapere la giunta Fontanini - paga».
Bolletta record
L’allarme, per un’impennata del contatore, era scattato lo scorso febbraio ed era stato lo stesso gestore ad avvertire il Municipio, cui è intestata la bolletta, nonostante il terreno sia di proprietà demaniale, di un boom nell’utenza idrica, che era arrivata a 100 mila litri al giorno. Una cifra esorbitante, che aveva fatto sobbalzare Palazzo D’Aronco (soprattutto in un periodo di aumento dei prezzi) e l’aveva spinto a intervenire, con i suoi tecnici, per capire l’origine del problema, che si è poi scoperto essere riconducibile a impianti fatiscenti. L’amministrazione si era poi accordata con il Consorzio Acquedotto Friuli Centrale per trovare una soluzione, messa in pratica ieri, con un giro di vite (metaforico e letterale) ai consumi.
Cosa succede nel campo nomadi
L’operazione è avvenuta ieri mattina, alla presenza dell’assessore alla sicurezza, Alessandro Ciani, e degli agenti della Polizia locale.
INCONTRO
Nelle scorse settimane ci sono stati incontri con i nomadi per spiegare le ragioni dell’intervento. Abbiamo chiarito che, chi vorrà, potrà chiedere l’installazione di un proprio contatore e pagare l’acqua effettivamente consumata, esattamente come succede per tutte le famiglie. Chi vuole le piscine se le paga di tasca propria». Quella della fornitura idrica non è l’unica questione in piedi per quanto riguarda il campo di via Monte Sei Busi; il Comune, a breve, dovrà rimuovere una copertura sul terreno demaniale e demolire un fabbricato non autorizzato (dopo aver verificato l’eventuale presenza di amianto).
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Il Gazzettino