Caso Campedelli, interviene la diocesi: «Il prof ha un incarico annuale, nessun licenziamento»

Prof Campedelli licenziato, sul caso interviene ora la diocesi
VERONA - Botta e risposta sul caso del licenziamento del prof Marco Campedelli, il sacerdote che aveva criticato con una lettera aperta il vescovo Zenti nella sua...

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VERONA - Botta e risposta sul caso del licenziamento del prof Marco Campedelli, il sacerdote che aveva criticato con una lettera aperta il vescovo Zenti nella sua posizione esternata a favore del sindaco uscente Federico Sboarina, il quale dopo le sue esternazioni aveva anche avuto esplicitati i consensi di ambienti Lega e Fratelli d'Italia. Ad intervenire sulla vicenda è ora, la diocesi di Verona. «Non c'è nessuna procedura di licenziamento in corso da parte del Servizio diocesano per l'Irc nei confronti del sacerdote Marco Campedelli, anche perché il professore don Marco è incaricato annuale, con contratto che parte dal 1 settembre dell'inizio dell'anno scolastico e scade il 31 agosto dell'anno seguente. Quindi il prof don Marco Campedelli è ancora pienamente in servizio come docente di religione presso il Liceo Maffei - sottolineano - invitiamo chi ha diffuso la notizia a mostrare qualche documento che attesta tale licenziamento, o altrimenti l'amore per la verità e l'onore della professione richiederebbero una ritrattazione». L'assunzione di Campedelli, continua la diocesi «segue la procedura fissata con la revisione del concordato del 1984 e formalizzata con il Dpr 175/12 che recita al punto 2.5. L'insegnamento della religione cattolica è impartito da insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall'ordinario diocesano e da esso non revocata, nominati, d'intesa con l'ordinario diocesano, dalle competenti autorità scolastiche ai sensi della normativa statale». La Diocesi evidenzia quindi che ad assumere e licenziare gli insegnanti «non è il Vescovo, ma l'autorità scolastica, e che l'idoneità dell'Ordinario deve essere revocata con una procedura particolare che gli insegnanti di religione conoscono, e non semplicemente con una parola del Vescovo». 

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Il Gazzettino