Il calendario storico dei Carabinieri è dedicato all'arte contemporanea

Il calendario storico 2018 dell'Arma dei carabinieri
​NORDEST - Ormai è diventato un oggetto di culto. Ha raggiunto una tiratura di 1.300.000 copie, indice sia dell’affetto di cui gode la Benemerita, sia del valore...

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​NORDEST - Ormai è diventato un oggetto di culto. Ha raggiunto una tiratura di 1.300.000 copie, indice sia dell’affetto di cui gode la Benemerita, sia del valore dei suoi contenuti, a testimonianza del fatto che «in ogni famiglia c’è un carabiniere». È il calendario storico dell’Arma. A presentare l’edizione 2018, ieri, a Udine, al Comando Provinciale, il comandate Marco Zearo; nello stesso momento il calendario è stato presentato nei comandi provinciali di Pordenone, Trieste e Gorizia e nel resto dell'Italia. 


I valori etici e sociali dell’Arma
Il calendario storico del nuovo anno è incentrato sul tema “I valori etici e sociali dell’Arma”, una rappresentazione visiva dell’essenza dell’Istituzione che rende omaggio all’attività svolta dall’Arma in Italia e all’Estero, a favore di tanti Paesi e delle loro Forze di Polizia. L’impegno per l’ambiente, la sicurezza personale e sociale, la tutela delle categorie deboli, l’integrazione multiculturale, il valore della tradizione, la libertà di espressione, la libertà di riunione, la cooperazione internazionale, la tutela del patrimonio culturale, la tutela dei minori, l’ordinata convivenza civile e l’identità culturale sono i dodici temi per 12 mesi dell’anno.

L'agenda dedicata allo sport 
Li hanno raffigurati affermati pittori contemporanei, ognuno proveniente da un’area del mondo dove l’Arma dei Carabinieri è intervenuta, oppure ha avviato collaborazioni con le forze locali. Presentata anche l’agenda 2018 che ha dedicato il proprio inserto allo “Sport nell’Arma” e ai Gruppi Sportivi dell’Istituzione. Sport come espressione dei valori universalmente riconosciuti: rispetto di persone e regole, disciplina, impegno, sacrificio, lealtà, tenacia e correttezza.

I dodici mesi dell’anno
Per gennaio, la fusione con la natura del congolese Steve Bandoma, espressione del Centro e Sud Africa, evoca l’impegno per l’ambiente. Nel mese di febbraio, dedicato all’Europa dell’Est, il volto severo dipinto dal rumeno Adrian Ghenie interpreta il tema della sicurezza personale e sociale. In marzo, per i Balcani, l’albanese Adrian Paci esalta, dipingendo l’affannosa corsa di un ragazzo verso la libertà, il tema della tutela delle categorie deboli.

Artisti di tutto il mondo 
Ad aprile, per il Nord America, lo statunitense Mark Bradford, scelto a rappresentare gli Usa all’ultima Biennale di Venezia, esprime con un’esplosione di colori e forme la sua visione dell’integrità multiculturale. Per maggio, dedicato al Centro e Sud America, una fantasiosa architettura indigena del messicano Curiot esalta il valore della tradizione. In giugno, per la Mesopotamia, i colorati microfoni della conferenza stampa immaginata dall’iracheno Adel Abidin plaudono alla libertà d’espressione. 

La collaborazione internazionale
Nel paginone centrale, nel quale Silvia Di Paolo ha raccolto le bandiere delle organizzazioni internazionali e degli Stati con i quali i carabinieri collaborano quale espressione dello Stato italiano, rappresentato dal tricolore, sul quale sottile, ma netta e chiara, si staglia la Fiamma. Nella tavola di Luglio, dedicata al nord Africa, un gruppo di persone dipinte dal marocchino Nabil El Makloufi evoca la libertà di riunione. In agosto, per l’Africa Centrorientale, la multiforme composizione del kenyota Paul Onditi richiama la cooperazione internazionale.

La tutela del patrimonio culturale

A settembre, per l’Oriente, la sovrapposizione di scritti antichi dell’artista afghano Mohsem Taasha Wahidi valorizza la tutela del patrimonio culturale. Ottobre, per il Medio Oriente, dà spazio all’israeliano Gideon Rubin che richiama l’importanza della tutela dei minori raffigurando un bambino in posa. In novembre, dedicato all’estremo oriente, lo scorcio urbano della pittrice indiana Reena Saini Kallat sottolinea la necessità dell’ordinata convivenza civile. Nel mese di dicembre, per l’Africa Sahel, le sagome colorate del maliano Abdoulaye Konaté evocano il tema dell’identità culturale.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino