PADOVA - «Buongiorno, mi chiamo Antonio. Avrei piacere di fare due parole con voi per il futuro calcistico di vostro figlio. Io avrei una bella opportunità da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A denunciarlo pubblicamente scuotendo la testa è un profondo conoscitore di questo ambiente come il padovano Nicola Carraro. Quarantatré anni, psicologo dello Sport alla scuola di formazione Cispat Lab con sede a Padova in piazza De Gasperi, lavora proprio nell’“area minori” ed è nel mondo del calcio da oltre vent’anni. Prima come giocatore, poi come allenatore e responsabile di settori giovanili. I campionati stanno per ripartire e anche in questa strana estate il calciomercato dei ragazzini è stato fertile e movimentato.
Dottor Carraro, perché scuote la testa? «Perché il mondo del calcio giovanile sta perdendo molti valori. Ci sono tante cose che andrebbero riviste e noi adulti dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi». Iniziamo ad elencarle. «Anzitutto c’è un problema culturale. Viviamo nella società dell’immagine dove apparire conta sempre di più e i confronti tra i ragazzini non fanno affatto bene. Si confrontano i voti scolastici, figuriamoci le prestazioni sportive. Il risultato è che molti quindicenni smettono perché soffrono d’ansia da prestazione. Non si divertono più e iniziano ad avere seri problemi di autostima». I più bravi, invece, vengono corteggiati dalle squadre e anche da personaggi senza una chiara posizione. «Sì, in molti casi questa è gente che non figura nemmeno nell’organigramma di una società. Ma per quei genitori che credono di avere in casa Cristiano Ronaldo, è facile cedere alle lusinghe di certe telefonate. E così fanno cambiare squadra al figlio ogni anno». Il calciomercato dei ragazzini a che età inizia? «Parliamo di una fascia molto ampia che va dall’ultimo anno di pulcini fino agli allievi. Queste figure mettono in contatto le famiglie di un adolescente e la società che lo sta cercando, senza nemmeno passare per il club che ha cresciuto il ragazzino. Tanto il cartellino scade ogni anno il 30 giugno. Ecco perché in giro ci sono sempre più genitori-manager».
E’ un fenomeno diffuso anche nel Padovano? «Per ogni comprensorio della provincia ci sono almeno quattro persone di questo genere. Io le definisco “dinosauri procacciatori di ragazzini”. Come se i nostri figli che vogliono solo giocare siano un prodotto da commercializzare, clienti da acquisire, pedine di scambio. Il calciomercato di ragazzini è la trasposizione di una vanitosa fantasia di essere come quelli in tv».
Chi sono, questi procacciatori? «Teste brizzolate senza alcuna formazione legata al mondo sportivo e alla psicologia dei giovani.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino