«Così gli approfittatori privi di scrupoli rovinano la vita ai giovani calciatori»

Lunedì 31 Agosto 2020 di ​ Gabriele Pipia
Illusioni e lusinghe ai giovani da parte di personaggi senza una precisa qualifica
PADOVA - «Buongiorno, mi chiamo Antonio. Avrei piacere di fare due parole con voi per il futuro calcistico di vostro figlio. Io avrei una bella opportunità da proporgli». A parlare non è un dirigente e nemmeno un allenatore. Anzi, non è nemmeno una persona tesserata. E’ una sorta di “eminenza grigia”, senza alcuna formale qualifica. Non conta quanto ne capisca di pallone, conta soprattutto la sua rubrica del telefono. Quante famiglie conosce e quanti ragazzini può spostare durante l’estate da una squadra all’altra. Una figura intermedia, che alimenta il mercato dei giovani calciatori. Una figura sempre più diffusa anche nelle realtà dilettantistiche.
A denunciarlo pubblicamente scuotendo la testa è un profondo conoscitore di questo ambiente come il padovano Nicola Carraro. Quarantatré anni, psicologo dello Sport alla scuola di formazione Cispat Lab con sede a Padova in piazza De Gasperi, lavora proprio nell’“area minori” ed è nel mondo del calcio da oltre vent’anni. Prima come giocatore, poi come allenatore e responsabile di settori giovanili. I campionati stanno per ripartire e anche in questa strana estate il calciomercato dei ragazzini è stato fertile e movimentato.
Dottor Carraro, perché scuote la testa? «Perché il mondo del calcio giovanile sta perdendo molti valori. Ci sono tante cose che andrebbero riviste e noi adulti dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi». Iniziamo ad elencarle. «Anzitutto c’è un problema culturale. Viviamo nella società dell’immagine dove apparire conta sempre di più e i confronti tra i ragazzini non fanno affatto bene. Si confrontano i voti scolastici, figuriamoci le prestazioni sportive. Il risultato è che molti quindicenni smettono perché soffrono d’ansia da prestazione. Non si divertono più e iniziano ad avere seri problemi di autostima». I più bravi, invece, vengono corteggiati dalle squadre e anche da personaggi senza una chiara posizione. «Sì, in molti casi questa è gente che non figura nemmeno nell’organigramma di una società. Ma per quei genitori che credono di avere in casa Cristiano Ronaldo, è facile cedere alle lusinghe di certe telefonate. E così fanno cambiare squadra al figlio ogni anno». Il calciomercato dei ragazzini a che età inizia? «Parliamo di una fascia molto ampia che va dall’ultimo anno di pulcini fino agli allievi. Queste figure mettono in contatto le famiglie di un adolescente e la società che lo sta cercando, senza nemmeno passare per il club che ha cresciuto il ragazzino. Tanto il cartellino scade ogni anno il 30 giugno. Ecco perché in giro ci sono sempre più genitori-manager».
E’ un fenomeno diffuso anche nel Padovano? «Per ogni comprensorio della provincia ci sono almeno quattro persone di questo genere. Io le definisco “dinosauri procacciatori di ragazzini”. Come se i nostri figli che vogliono solo giocare siano un prodotto da commercializzare, clienti da acquisire, pedine di scambio. Il calciomercato di ragazzini è la trasposizione di una vanitosa fantasia di essere come quelli in tv».
Chi sono, questi procacciatori? «Teste brizzolate senza alcuna formazione legata al mondo sportivo e alla psicologia dei giovani.
Gente che lo fa per occupare il tempo libero. Immagino non prendano soldi, ma provocano comunque un danno enorme all’intero sistema. Un danno che a me provoca rabbia, preoccupazione e tristezza. Queste persone sono responsabili del decadimento dei valori dello sport». Chi viene danneggiato, oltre al bambino stesso? «Le società che lavorano bene, programmando il futuro. Il rischio è di far crescere una bella squadra di ragazzini e perderli poi tutti d’un colpo in un giorno di luglio». Esiste una soluzione? «Forse è utopia, ma io un sogno ce l’ho. Far sì che fino alla terza media tutti i giovani calciatori stiano nella squadra del comune». E se in paese una squadra non c’è? «Allora in quel caso si potrebbe uscire dal comune. Ma con una regola del genere vedreste quante società sportive locali rinascerebbero».

 
Ultimo aggiornamento: 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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