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ABANO (PADOVA) - Nessun segno di violenza. Questo l'esito degli accertamenti medico-legali eseguiti dal dottor Rafi El Mazloum sulla salma di Angela Lupasco, la 45enne di nazionalità moldava recuperata martedì senza vita dalle acque del canale Rio Caldo. La poveretta è morta per annegamento e la temperatura dell'acqua, circa quaranta gradi, avrebbe accelerato la decomposizione del corpo. L'esame era stato disposto dall'autorità giudiziaria per chiarire la dinamica del drammatico episodio. Forse Angela Lupasco era improvvisamente inciampata in un ostacolo, oppure scivolata mentre percorreva il terrapieno che costeggia lo scolo termale nelle vicinanze di via Previtali. In questo caso, la rovinosa caduta le avrebbe fatto perdere i sensi, segnando così la sua sorte. Era questa infatti l'ipotesi principale per spiegarne il decesso in poco più di una quarantina di centimetri d'acqua. Il secondo scenario preso in considerazione dagli inquirenti era quello dell'improvviso malore. Non solo.
GLI ACCERTAMENTI
L'esame del traffico telefonico del cellulare che le è stato trovato addosso ha permesso di ricostruire i suoi ultimi momenti.
Il recupero della salma era stato effettuato dai vigili del fuoco del distaccamento locale, calatisi nello scolo con un canotto. Il viso della donna era ustionato in più punti, a causa dell'immersione nell'acqua bollente. Secondo i primi accertamenti, il decesso risaliva al giorno precedente. Angela Lupasco, come detto, aveva con sé il telefono cellulare, ma non le erano stati trovati addosso i documenti di identità, probabilmente andati perduti nella corrente. Il telefonino è stato però più che sufficiente ai carabinieri della stazione aponense per dare una nome alla donna, domiciliata ad Abano, convivente e con un figlio residente in Romania che è stato subito contattato dai militari dell'Arma.
Non risulta che la 45enne moldava avesse un lavoro. In quanto al punto esatto in cui la donna è caduta nel Rio Caldo, non dovrebbe essere troppo distante da dove è stato visto affiorare il corpo: la corrente, infatti, non è molto forte. L'argine che costeggia il canale è abbastanza largo da permettere di passeggiarvi, ma il percorso è lungo sette-ottocento metri al massimo prima di arrivare sul retro di uno stabilimento alberghiero, dove si interrompe bruscamente. A parte la persona che ha dato l'allarme quando il cadavere è affiorato dal Rio Caldo, i carabinieri non hanno però trovato testimoni che abbiano visto la donna camminare nelle vicinanze del canale o di via Previtali poco prima della tragedia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino