ABANO (PADOVA) - Nessun segno di violenza. Questo l'esito degli accertamenti medico-legali eseguiti dal dottor Rafi El Mazloum sulla salma di Angela Lupasco, la 45enne di nazionalità moldava recuperata martedì senza vita dalle acque del canale Rio Caldo.
GLI ACCERTAMENTI
L'esame del traffico telefonico del cellulare che le è stato trovato addosso ha permesso di ricostruire i suoi ultimi momenti. Secondo la Procura, rappresentata dal pm Andrea Girlando, prima di cadere in acqua la donna avrebbe inoltre ecceduto con l'alcol. Altre dinamiche, come un'azione premeditata nei suoi confronti, oppure un suicidio, erano state tassativamente escluse al termine dei primi rilievi. Nel primo caso, in quanto non erano state trovate sul corpo ferite o lesioni che facessero pensare a un fatto violento; nel secondo, perché appariva assolutamente improbabile che una persona decidesse di porre fine ai suoi giorni gettandosi in una canaletta così poco profonda. L'allarme alle forze dell'ordine era stato dato attorno alle 10,45 di martedì da una residente che aveva visto il corpo della poveretta affiorare dalle acque del canale. Sul posto erano giunti pochi minuti dopo i carabinieri della stazione di Abano e gli agenti della Polizia municipale che avevano subito transennato l'accesso all'argine.
Il recupero della salma era stato effettuato dai vigili del fuoco del distaccamento locale, calatisi nello scolo con un canotto. Il viso della donna era ustionato in più punti, a causa dell'immersione nell'acqua bollente. Secondo i primi accertamenti, il decesso risaliva al giorno precedente. Angela Lupasco, come detto, aveva con sé il telefono cellulare, ma non le erano stati trovati addosso i documenti di identità, probabilmente andati perduti nella corrente. Il telefonino è stato però più che sufficiente ai carabinieri della stazione aponense per dare una nome alla donna, domiciliata ad Abano, convivente e con un figlio residente in Romania che è stato subito contattato dai militari dell'Arma.
Non risulta che la 45enne moldava avesse un lavoro. In quanto al punto esatto in cui la donna è caduta nel Rio Caldo, non dovrebbe essere troppo distante da dove è stato visto affiorare il corpo: la corrente, infatti, non è molto forte. L'argine che costeggia il canale è abbastanza largo da permettere di passeggiarvi, ma il percorso è lungo sette-ottocento metri al massimo prima di arrivare sul retro di uno stabilimento alberghiero, dove si interrompe bruscamente. A parte la persona che ha dato l'allarme quando il cadavere è affiorato dal Rio Caldo, i carabinieri non hanno però trovato testimoni che abbiano visto la donna camminare nelle vicinanze del canale o di via Previtali poco prima della tragedia.
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