Il “bonus mobilità” non soddisfa le aspettative della montagna. Palazzo Piloni si dice parzialmente soddisfatto, non lo è per niente, invece, il deputato...
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CAPOLUOGHI INCLUSI
«Sono stati inseriti anche i capoluoghi di provincia come possibili fruitori del “bonus mobilità”, anche se non raggiungono i 50mila abitanti - commenta Dario Scopel, consigliere provinciale delegato in materia di mobilità e trasporti -. Significa che i cittadini di Belluno potranno richiedere il contributo previsto per l’acquisto di mezzi di trasporto green, come biciclette. I cittadini di Limana, di Ponte nelle Alpi, di Sedico, o dell’Agordino e del Cadore, come quelli dell’Alpago e del Feltrino, invece, non potranno. Apprezziamo lo sforzo del governo nell’allargare le possibilità del bonus. Ma spiace constatare come la montagna risulti penalizzata».
L’AMAREZZA
Luca De Carlo non le manda a dire: «Forse a Roma pensano che nei paesi di montagna si giri solo in groppa agli asini – sbotta il sindaco di Calalzo - e che le biciclette non ci servano: non vedo altra spiegazione nel tagliare fuori dal bonus mobilità ancora una volta i piccoli comuni montani. La politica di decrescita felice di questo governo ucciderà le realtà periferiche». Il deputato di Fratelli d’Italia poi attacca: «Questo governo continua a non capire la realtà - attacca De Carlo -. Non si possono creare ancora cittadini di serie A e di serie B, tanto più che le zone montane stanno sviluppando progetti di mobilità sostenibile, di reti e piste ciclabili, di sviluppo turistico sulle due ruote. La volontà di sviluppare una decrescita felice può forse andar bene per le metropoli, ma se si penalizzano i cittadini della montagna, italiani con pari dignità degli altri, allora vuol dire che si vogliono uccidere le periferie. Altro che attenzione alle aree deboli». Proprio su questo tema De Carlo rincara la dose: «Se il Governo conoscesse il territorio e i suoi problemi, saprebbe che nessuno potrebbe usare un monopattino sulle strade che ci ritroviamo. Invece che agli sconti sui segway, pensino a dare i soldi ai comuni per fare le manutenzioni e investano sulle infrastrutture: eppure stando a Roma dovrebbero ben vederne, di buche sulle strade. I sindaci si aspettano aiuti economici per intervenire sul proprio territorio e per riparare alle perdite di questi due mesi e più di lockdown; basta con la filosofia, dobbiamo salvare quello che ancora ci resta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino