Bonus mobilità, montagna a secco. Ira De Carlo "Noi non usiamo l'asino"

Domenica 17 Maggio 2020 di Federica Fant
De Carlo: "A Roma pensano che ci spostiamo con l'asino"
Il “bonus mobilità” non soddisfa le aspettative della montagna. Palazzo Piloni si dice parzialmente soddisfatto, non lo è per niente, invece, il deputato di Fratelli d’Italia e sindaco di Calalzo di Cadore, Luca De Carlo, che critica duramente la modifica al bonus mobilità, che da ora sarà accessibile anche ai residenti nei comuni sotto i 50mila abitanti, ma solo se capoluoghi di provincia. Una modifica che va incontro solo parzialmente alle richieste avanzate nei giorni scorsi dalla Provincia di Belluno, con una lettera del presidente Roberto Padrin e del consigliere delegato Dario Scopel, inviata al premier Giuseppe Conte e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli. La bozza iniziale del “Decreto rilancio”, infatti, prevedeva un incentivo per la mobilità dolce e l’erogazione di un “buono” per l’acquisto di bici elettriche, segway, monopattini e simili. Ma solamente per i residenti delle città con almeno 50mila abitanti. Una differenziazione che escludeva le aree montane. E proprio per questo la Provincia di Belluno si era affrettata a chiedere un’estensione del bonus, in modo da non creare misure tali da acutizzare le differenze tra aree urbanizzate di pianura e territori di montagna. Il testo definitivo del decreto aggiunge un tassello che va nella direzione chiesta da Palazzo Piloni. Ma solo parzialmente.
CAPOLUOGHI INCLUSI
«Sono stati inseriti anche i capoluoghi di provincia come possibili fruitori del “bonus mobilità”, anche se non raggiungono i 50mila abitanti - commenta Dario Scopel, consigliere provinciale delegato in materia di mobilità e trasporti -. Significa che i cittadini di Belluno potranno richiedere il contributo previsto per l’acquisto di mezzi di trasporto green, come biciclette. I cittadini di Limana, di Ponte nelle Alpi, di Sedico, o dell’Agordino e del Cadore, come quelli dell’Alpago e del Feltrino, invece, non potranno. Apprezziamo lo sforzo del governo nell’allargare le possibilità del bonus. Ma spiace constatare come la montagna risulti penalizzata».
L’AMAREZZA
Luca De Carlo non le manda a dire: «Forse a Roma pensano che nei paesi di montagna si giri solo in groppa agli asini – sbotta il sindaco di Calalzo - e che le biciclette non ci servano: non vedo altra spiegazione nel tagliare fuori dal bonus mobilità ancora una volta i piccoli comuni montani. La politica di decrescita felice di questo governo ucciderà le realtà periferiche». Il deputato di Fratelli d’Italia poi attacca: «Questo governo continua a non capire la realtà - attacca De Carlo -. Non si possono creare ancora cittadini di serie A e di serie B, tanto più che le zone montane stanno sviluppando progetti di mobilità sostenibile, di reti e piste ciclabili, di sviluppo turistico sulle due ruote. La volontà di sviluppare una decrescita felice può forse andar bene per le metropoli, ma se si penalizzano i cittadini della montagna, italiani con pari dignità degli altri, allora vuol dire che si vogliono uccidere le periferie. Altro che attenzione alle aree deboli». Proprio su questo tema De Carlo rincara la dose: «Se il Governo conoscesse il territorio e i suoi problemi, saprebbe che nessuno potrebbe usare un monopattino sulle strade che ci ritroviamo. Invece che agli sconti sui segway, pensino a dare i soldi ai comuni per fare le manutenzioni e investano sulle infrastrutture: eppure stando a Roma dovrebbero ben vederne, di buche sulle strade. I sindaci si aspettano aiuti economici per intervenire sul proprio territorio e per riparare alle perdite di questi due mesi e più di lockdown; basta con la filosofia, dobbiamo salvare quello che ancora ci resta».
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