Giro di prova per comprare la barca che si incendia, salvati da un peschereccio

INCENDIO A BORDO Il piccolo natante in vetroresina in fiamme. Passeggeri salvati dal peschereccio
ROSOLINA Uno voleva vendere la barca, l’altro avrebbe voluto comprarla. Ma quando hanno fatto il giro di prova, a bordo è scoppiato un incendio e l’Ambra...

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ROSOLINA Uno voleva vendere la barca, l’altro avrebbe voluto comprarla. Ma quando hanno fatto il giro di prova, a bordo è scoppiato un incendio e l’Ambra I, questo il nome dell’imbarcazione, è colata a picco. Una sfortuna per il venditore ma, probabilmente, non per l’acquirente che rischiava, a conti fatti, un cattivo affare. Ma entrambi sono stati fortunati: sono usciti illesi da una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi, grazie all’intervento di una barca da pesca di Chioggia, allarmata dalla Capitaneria. Tutto è accaduto ieri mattina a due miglia dalla costa della spiaggia di Porto Caleri, non lontano da Porto Levante, dove era ormeggiata l’Ambra I, uno scafo di 10 metri immatricolato a Pesaro. 


COMPRAVENDITA
L’uomo voleva venderla, e l’uscita in mare con il potenziale acquirente doveva servire allo scopo. Ad un certo punto, però, nell’impianto elettrico c’è stato, verosimilmente, un corto circuito e si è innescato un piccolo incendio. Inizialmente nessuno dei due uomini a bordo se n’è accorto, così le fiamme si sono sviluppate e, quando il guaio è stato evidente, i due hanno vissuto attimi di panico, al punto da non riuscire neppure ad azionare il piccolo estintore di bordo. Sono riusciti, però, a chiedere aiuto e la sala operativa della Capitaneria di Chioggia ha inviato una motovedetta veloce, la Cp 541, dirottato sul posto una nave appoggio del terminal, la Melanie B e un motoscafo da pesca di Chioggia, il Doria D arrivato per primo, accogliendo a bordo i naufraghi, illesi. 
IL SALVATAGGIO
La Melanie B, a sua volta, ha cercato di spegnere l’incendio con la pompa di poppa ma l’Ambra I, costruita in vetroresina, bruciava velocemente e, alla fine, si è inabissata sul posto, alla profondità di 14 metri. I due naufraghi sono stati portati dalla baca chioggiotta all’ufficio della Capitaneria di Porto Levante, dove hanno fornito un resoconto dell’accaduto, dal quale sembra emergere, da parte del proprietario, una certa difficoltà a gestire l’emergenza.
CAPITANERIA INDAGA
La Capitaneria ha aperto un’indagine amministrativa, anche per poter rispondere a eventuali richieste ispettive dell’assicurazione. Ora ci sono alcuni adempimenti da compiere. Il primo è il recupero delle casse di nafta che costituivano il serbatoio del motore entrobordo. Sono casse in alluminio e non sono bruciate con la vetroresina della barca, pertanto dovranno essere recuperate dal proprietario a sua cura e spese, per evitare un possibile inquinamento.

Anche quello che rimane dello scafo dovrà essere valutato e, nel caso, recuperato dal fondale, sempre a carico del proprietario.
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Il Gazzettino