TREVISO - «Avevo un contratto di lavoro regolare per mezza giornata ma in realtà facevo la badante giorno e notte in quella famiglia». Questo il motivo della...
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LA DENUNCIA
Con la causa di lavoro ancora nel limbo, la badante si sarebbe lasciata andare ad alcune affermazioni che hanno fatto scattare una querela per diffamazione. Su richiesta del pm Giulio Caprarola, il processo è all’esame del giudice di pace Giulia Procaccini. Trovandosi in piazza Predonzani a Motta - la tesi sostenuta della Procura - la badante romena, conversando con alcune persone, sarebbe stata sentita ripetutamente (in più occasioni dal 7 aprile all’11 giugno 2018) pronunciare frasi pesanti, rivolte al 55enne: “quel brutto s...., gliela faccio pagare. Figlio di .... gli faccio causa così mi faccio pagare e mi compro la casa.... e così non spende le soldi in amanti...”. Parole - per il pm Caprarola - con le quali avrebbe offeso la reputazione dell’uomo. Il passaparola fece arrivare le frasi anche alla moglie del 55enne, con conseguenze inizialmente serie per la serena convivenza della coppia. Nella prima udienza il giudice ha rinviato il procedimento, suggerendo chiudere la controversia con un accordo.
IN TRIBUNALE
Nel frattempo è stata incardinata la causa di lavoro. E anche il giudice Galli, prima di avviare l’esame della causa, ha concesso alcune settimane alla badante e al professionista per accordarsi. Quanto sarebbe disposto a pagare, avrebbe detto all’avvocato. «Niente», la risposta. Mentre la badante avrebbe abbassato le proprie pretese, fino ad accontentarsi di 35mila euro. «Mi sembra di essere parte di un paradosso - ha detto l’avvocato Padovan - che però potrebbe avere delle conseguenze pesanti sull’esistenza di alcune persone. Io, come altri, mi sono chiesto perché una badante, improvvisamente, a oltre 3 anni dalla morte della donna con la quale aveva firmato un regolare contratto di lavoro, abbia avanzato consistenti pretese finanziarie? Ma soprattutto perché ha continuato a svolgere mansioni massacranti per molte più ore di quelle previste e per un lunghissimo periodo, senza mai pretendere di più? Da quanto mi dicono quella di avanzare pretese enormi è una tecnica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino