Vuole i soldi della pensione. Picchia la madre, arrestato

Picchia la madre per avere la pensione, arrestato
AVIANO - La vita di quella donna era un inferno. Una quotidianità fatta di minacce, paura, botte, grida che trasformavano ogni giornata in un incubo a occhi aperti. Non...

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AVIANO - La vita di quella donna era un inferno. Una quotidianità fatta di minacce, paura, botte, grida che trasformavano ogni giornata in un incubo a occhi aperti. Non erano servite a nulla le due condanne per maltrattamenti che suo figlio, il suo “carnefice”, aveva alle spalle per maltrattamenti in famiglia, datate 2003 e 2008. L’ultimo episodio lo scorso 9 luglio, quando i carabinieri di Aviano, allertati dai vicini di casa, sono accorsi. Il 52enne, disoccupato, violento, dedito all’alcol e alle droghe, aveva gridato alla madre “ti ammazzo, te la faccio pagare, ti butto nel pozzo”. voleva i soldi della sua pensione. Evidente la pericolosità dell’individuo, confermata dalla richiesta del pm Federico Facchin al gip Eugenio Pergola di misura cautelare in carcere, dove l’uomo è rinchiuso dalla tarda mattinata di ieri.   Un contesto familiare dove a farla da padrone è la conflittualità tra la madre settantenne, che vive con una pensione di 700 euro, e il figlio cinquantaduenne che il lavoro non ce l’ha e che ama alcol e droghe. Una miscellanea pericolosa soprattutto perché l’uomo è irascibile e non passa giorno che non se la prenda con l’anziana madre. Gli episodi di maltrattamenti sono ripetuti: il figlio di mezza età senza lavoro vuole i soldi della mamma e non si fa scrupoli a prenderla a botte pur di averli. Ma il denaro se ne va subito per mantenere vizi costosi e, così, la storia si ripete nei mesi, negli anni tra percosse, grida, minacce, insulti e terrore. Un rapporto che non conosce serenità, gesti affettuosi, chiacchiere ma solo rabbia e violenza, quello del 52enne con la madre. Tanto che alcuni anni fa era arrivato addirittura a minacciare l’anziana con un’ascia. Il tempo e i vizi non hanno mitigato il carattere dell’uomo, anzi. Lo hanno portato a un crescendo di pericolosa aggressività.

IL 9 LUGLIO
Il 9 luglio l’ennesimo episodio violento denunciato dai vicini di casa, preoccupato per le minacce gridate che il 52enne rivolge alla mamma. I carabinieri di Aviano, al comando del maresciallo Luigi Ruzza, arrivano in quella casa che ne ha viste chissà quante e capiscono che l’uomo è pericoloso e bisogna metterlo il prima possibile nelle condizioni di non nuocere più. Il pm Facchin legge gli atti e non ha dubbi: quell’uomo deve andare in carcere. Chiede al gip Pergola la misura, la ottiene e ieri mattina le porte del carcere si aprono e subito si chiudono per il 52enne.
L’ALLARME DEI CARABINIERI

A lanciare l’allarme sono proprio i carabinieri: “I maltrattamenti contro familiari risultano in costante aumento e sono sempre più’ frequenti anche gli interventi delle forze dell’ordine per liti e dissidi in ambito familiare. Nel 2018 i carabinieri della Compagnia di Sacile hanno perseguito 12 reati per maltrattamenti, 13 le persone denunciate (7 finite in carcere, allontanate dalla casa familiare o colpite dal divieto di avvicinamento alla persona offesa). Nel 2019 sono già 10 le persone denunciate, a conferma di un preoccupante trend negativo”. Da non dimenticare che nei maltrattamenti in famiglia non rientrano soltanto percosse, lesioni, ingiurie, minacce, ma anche privazioni, umiliazioni imposte alla vittima, atti di disprezzo, di offesa alla dignità, che si risolvano in vere e proprie sofferenze morali. È quindi fondamentale avere il coraggio e la forza di non tacere, di segnalare, denunciare, rivolgersi alle forze dell’ordine o ai centri di antiviolenza. Anche i vicini di casa spesso sono determinanti per porre fine a sofferenze protratte nel tempo ed evitare tragedie annunciate.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino