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TREVISO - Sono 3.393 i trevigiani con meno di 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e che ora faranno il richiamo con Pfizer o Moderna, aprendo la strada della cosiddetta vaccinazione eterologa. Mentre i 20mila trevigiani con più di 60 anni che si sono già sottoposti a un’iniezione con AstraZeneca continueranno a ricevere la seconda dose dello stesso vaccino. È questa la situazione nella Marca alla luce delle raccomandazioni uscite ieri dal comitato tecnico-scientifico nazionale (Cts) in seguito al decesso di Camilla Canepa, la 18enne morta a Genova dopo la vaccinazione con AstraZeneca e il ricovero per una trombosi al seno cavernoso nella cavità cranica. «Sulla vaccinazione eterologa procederemo confrontandoci con la Regione alla luce delle raccomandazioni del Cts» spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl. D’ora in poi, in sintesi, il siero anglo-svedese non verrà più somministrato a chi ha meno di 60 anni, né come prima dose né come richiamo. Per i quasi 1.300 under 60 trevigiani (oltre a 17.160 ultrasessantenni) che hanno già portato a termine la profilassi con AstraZeneca, invece, il discorso è chiuso. L’argomento è delicatissimo.
REAZIONI ALLERGICHE
Fino a questo momento nella Marca sono state complessivamente registrate 10 gravi reazioni avverse ai vari vaccini anti-Covid su un totale di oltre 565mila dosi somministrate (tra prime e seconde).
L’IMMUNITA’ DI GREGGE
Le proiezioni al 10 agosto (cioè tenendo conto sia di chi è già stato vaccinato che di quelli che hanno prenotato l’iniezione) dicono che si arriverà a una copertura complessiva nella Marca (dai 12 anni in su) pari al 69,7%. Ma non si può ancora abbassare la guardia. Ieri un 39enne non ancora vaccinato è stato ricoverato per infezione da coronavirus nella Terapia intensiva di Treviso. Le sue condizioni sono peggiorate dopo un solo giorno in Malattie infettive. Il Covid non è ancora del tutto alle spalle. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino