L’ultimo gesto dell'ex vicesindaco filantropo ucciso dal gas: «Opere di bene per i volontari»

Domani l'addio all'ex vicesindaco Giambattista Arrigoni
BELLUNO -  L’ultimo gesto di generosità di Giambattista Arrigoni e della sua famiglia, in particolare della moglie Paola rimasta a sua volta intossicata...

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BELLUNO -  L’ultimo gesto di generosità di Giambattista Arrigoni e della sua famiglia, in particolare della moglie Paola rimasta a sua volta intossicata nell’incidente della notte fra lunedì e martedì che ha causato la morte del marito, e delle figlie Angelica, Lieta e Francesca, è documentato dall’epigrafe che ne annuncia i funerali. «Non fiori, ma opere di bene – si legge – al Comitato d’Intesa, all’associazione Cucchini-Casa Tua 2 e a Insieme si può». Un’attenzione che dice ancora molto della sensibilità dello scomparso e di come egli abbia vissuto e si sia dedicato agli altri. La provincia si prepara a dire addio all’ex vicesindaco ed ex consigliere provinciale Giovanni Battista Arrigoni, deceduto a 93 anni, soffocato dal monossido che si era sviluppato nella casa, colpita da un fulmine finito sul quadro elettrico. I funerali domani in Duomo-Cattedrale alle ore 11, mentre la tumulazione avverrà in forma privata

IL RETROSCENA

Un ultimo gesto, si diceva, che Gianluca Corsetti, presidente del Comitato d’Intesa aiuta ad interpretare, svelando anche motivi inediti. «Siamo molto contenti che la famiglia abbia pensato a questo gesto – dice Corsetti - in continuità con quanto fatto per il Comitato in questi anni. La presenza di altre associazioni dimostra l’altissimo senso civico del dottor Arrigoni, perché la sua attenzione è andata sempre anche a tanti altri sodalizi, a prescindere che ne avesse fatto o meno parte, che avesse o meno contribuito a farli nascere». Ma Corsetti svela anche un altro aspetto e altri gesti dello scomparso: «Forse tutto ciò è sconosciuto ai più e in questa occasione sottolineerei tutto quello che egli ha fatto senza che si sapesse. Ha infatti sostenuto centinaia, forse migliaia, di associazioni con a consegna del silenzio, cioè che nessuno facesse trapelare la notizia del contributo da lui donato». Una generosità che ha avuto come destinatarie anche molte famiglie: «Sempre in silenzio, ha aiutato anche moltissimi nuclei familiari; ha fatto del bene senza fare la carità, ha sempre fatto così trasformando questa sua sensibilità in piacere di fare del bene». Un aspetto poco noto rispetto al quale Corsetti non ha dubbi: «Questa parte non pubblica che non ha mai sbandierato è il suo tratto che porteremo sempre con noi. Ed è molto più di quello che si sa».

IL RICORDO

Da parte sua Vittorio Zampieri, ex presidente della Cucchini, ricorda che nel primo statuto della sede bellunese della Sicp, Società italiana cure palliative il primo Consiglio direttivo dell’associazione c’era anche Giovanni Battista Arrigoni: era il 1989. In seguito anche a Feltre fu costituito analogo sodalizio denominato “Mano Amica”. Anche la Fondazione Angelini ricorda il «particolare affetto» che la legava a Giambattista Arrigoni. Ester Cason: «Era molto amico di Giovanni Angelini e del fratello pediatra Valentino ed è sempre rimasto legato alla Fondazione Angelini che stimava molto per le sue attività culturali e contemporaneamente sociali svolte a servizio della popolazione bellunese, fin dalla nascita (1991), facendo anche parte dell’associazione “Amici della Fondazione” come socio sostenitore. Avevamo anche un rapporto personale di stima reciproca sulla base di esperienze comuni nei confronti delle popolazioni emarginate dei Paesi del sud del mondo, in particolare del Brasile. Ci mancherà il suo sguardo aperto al mondo, al prossimo vicino e lontano». 

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Il Gazzettino