ARIANO POLESINE - La piena è andata, ma non si ferma l’azione dell’Aipo, l’Agenzia Interregionale per il Po. Lunedì è stata impegnata a...
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PROBLEMI E RISCHI
Il tecnico spiega poi dove stia la problematica di questi fenomeni: «Nell’uscire l’acqua porta con sé della sabbia che si trova lungo un percorso che parte dal fiume, passa sotto l’argine e fuoriesce. Questa azione un po’ alla volta fa svuotare il cunicolo naturale che si è creato e può col tempo portare al cedimento dell’argine. L’intervento con i sacchi serve per contenerlo, perché il fontanazzo continuerebbe a portare fuori materiale rischiando di mettere in crisi l’argine con il cedimento della banca. Una situazione che ci avrebbe portato ad avere a che fare con una difesa meno solida di quanto non fosse in partenza». Un intervento quello effettuato lunedì che è stato reso possibile dalla continua azione di monitoraggio da parte degli uomini dell’Aipo che si sono immediatamente accorti che c’era qualcosa di strano. «Monitorare è un’azione fondamentale per tenere sotto controllo tutti i vari fenomeni, poi una volta passata la piena si pensa agli interventi che possono essere fatti come allargare la banca o ripristinare un pezzo che ha ceduto così da tornare a delle condizioni di sicurezza ottimali. Ad esempio in quel tratto di Ariano dovremo ripristinare un po’ tutta la sagoma dell’argine e controllare se ci sono delle tane di animali per chiuderle».
PERICOLO ANIMALI
I maggiori nemici degli argini sono le nutrie, i tassi, ma soprattutto le volpi che in autunno cominciano a scavare i propri cunicoli dove andare a figliare per poi fuoriuscire a primavera. Ma per un monitoraggio ottimale è necessario che gli argini siano puliti: «È importante per noi perché questo ci consente di vedere immediatamente tutto quello che potrebbe mettere in crisi un argine. È stato una piena che ci ha messo a dura prova. Fortunatamente i volontari della Protezione civile ci hanno dato una grossa mano perché solo in Polesine ci sono 370 chilometri di argini da controllare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino