Rotatorie, incubo degli anziani: nel Trevigiano un morto su 3 è over 65

Un anziano si appresta ad affrontare una rotonda
Hanno preso la patente mezzo secolo fa o più. Nel frattempo, sono cambiate strade, norme di circolazione, segnaletica. E loro non sempre sono riusciti a stare al passo con...

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Hanno preso la patente mezzo secolo fa o più. Nel frattempo, sono cambiate strade, norme di circolazione, segnaletica. E loro non sempre sono riusciti a stare al passo con tutte le novità. Le conseguenze sono rischiose, a volte tragiche: nella Marca più di una vittima su tre di incidenti stradali, ha dai 65 anni in su.

I sinistri mortali, nel complesso, sono fortunatamente in diminuzione: nel 2017 sono rimaste sull’asfalto 52 persone, contro le 64 dei dodici mesi precedenti, con un calo pari al 18,8%, il maggiore in Veneto, dopo Padova. Tra l’altro, un andamento in controtendenza rispetto alla media nazionale, cresciuta da quasi tre punti. Di questi decessi, però, ben venti hanno coinvolto guidatori di veicoli o pedoni ultra 65enni. Un dato da leggere insieme ad un secondo elemento: la principale causa degli incidenti è rappresentata dal mancato rispetto della segnaletica stradale.
Cosa c’entra l’età? Lo spiega Michele Beni, presidente provinciale dell’Automobile club italiano, che ha elaborato le statistiche: «Chi è più giovane spesso non guarda i segnali, gli anziani, invece, non li conoscono – conferma -. Lo ammettono loro stessi: la segnaletica si è evoluta in questi decenni e in diversi, durante le nostre manifestazioni, sono venuti a dirci di essere in difficoltà nel riconoscere alcune nuove versioni dei cartelli. Oppure nell’affrontare una rotatoria: ‘quando ho fatto io l’esame di guida non esistevano – ci ha confessato più di qualcuno - e nessuno mi ha mai insegnato come fare’. Se in passato le vittime di incidenti erano soprattutto ragazzi, da qualche anno notiamo come la quota maggioritaria sia costituita da persone più attempate».
 
Proprio per questo, oltre all’ormai consolidato programma di corsi e seminari per gli studenti (fin dalle scuole materne) e i neopatentati, in collaborazione con forze dell’ordine e amministrazioni locali, l’Aci vuole intensificare le proprie iniziative sull’educazione stradale rivolte agli adulti e, in particolare, ai “senior”, come ad esempio le “Pillole di sicurezza” per gli over 65. Il lavoro da fare non manca: lo dimostrano le statistiche stesse. Nel 2017 sulla rete viaria trevigiana, sono avvenuti 2.270 incidenti, appena lo 0,7% in meno dell’anno prima. Una stabilità che pone la Marca nelle zone basse della classifica regionale, davanti solo a Rovigo e Verona, mentre le altre provincie registrano miglioramenti superiori ai due punti (Vicenza addirittura del 3%). E se, come detto, calano i morti, anche i feriti (3.239, più 0,2%) rimangono di fatto invariati. Tra le altre ragioni all’origine dei sinistri: la distrazione alla guida (su tutto, anche dall’Aci lanciano l’allarme sul pericoloso malcostume dell’utilizzo dei telefonino mentre si è al volante), le distanze di sicurezza non adeguate, la velocità eccessiva. Non sembrano influire, invece, le condizioni meteo, visto che nell’86% degli episodi il cielo era sereno. Il mese peggiore è stato novembre.
«In termini assoluti, il maggior numero di morti e feriti risulta in centro abitato e nell’immediata periferia, ma in proporzione agli incidenti, l’indice di gravità maggiore riguarda le strade extraurbane. A livello nazionale, invece, le autostrade hanno visto un aumento dell’8% dei sinistri», spiega ancora Beni, illustrando il dossier insieme a Stefano Gardano, direttore dell’Automobile club provinciale.

Paiono ormai un triste ricordo le stragi del sabato sera: dal mercoledì alla domenica il tasso di incidentalità è simile, le ore più a rischio vanno dalle 10 alle 17. Ad una certa età, del resto, non si tira più l’alba in discoteca, ma sulle strade si muore lo stesso.
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Il Gazzettino