Amazon, polo pronto a Treviso. Dalla Camera di Commercio: «Da valutare bene, i poli diffusi sono a rischio»

L'appello della Confartigianato per il polo Amazon di Treviso
TREVISO - «Valutare bene pro e contro», a partire dal rischio di «tappezzare il territorio di questi poli». Il piccolo giallo del deposito Amazon di...

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TREVISO - «Valutare bene pro e contro», a partire dal rischio di «tappezzare il territorio di questi poli». Il piccolo giallo del deposito Amazon di San Giuseppe, pronto da un ormai un anno ma non ancora operativo, riaccende il dibattito sullo sviluppo della logistica in provincia. Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, rimarca una posizione di prudenza, volta a tenere conto e a coniugare tutti i vari aspetti della questione, quelli positivi come «i benefici in termini di occupazione», ma anche quelli meno desiderabili: «Pensiamo al consumo di suolo per la costruzione di queste strutture o all'aumento di traffico sulla viabilità».

L'appello

E se il numero uno dell'ente camerale ricorda come vi siano diverse imprese nostrane, anche medio-piccole, che vendono i propri prodotti sulle grandi piattaforme, al tempo stesso conferma la necessità di difendere le botteghe tradizionali e il commercio di prossimità. Non a caso, anche in occasione delle festività ormai alla conclusione ha ribadito l'invito a consumare e acquistare locale. Per Pozza, tuttavia, il commercio elettronico non rappresenta una semplice bolla, ma un fenomeno destinato a durare: «Non si torna indietro: è ormai entrato nelle abitudini di acquisto dei consumatori, grazie alla comodità di ordinare 24 ore su 24, ricevere il pacco direttamente a casa e, naturalmente, anche ai prezzi concorrenziali che questi colossi hanno la possibilità di praticare. Del resto stiamo assistendo a una concentrazione delle distribuzione in tutti i comparti». In questo senso, il presidente dell'istituzione di piazza Borsa (nonché dell'unione regionale delle Camere di commercio e di Assocamere estero) guarda con cautela anche alla vicenda di una possibile marcia indietro sul centro a servizio della città di Treviso. «Amazon ha annunciato 18mila esuberi in tutto il mondo, però bisognerà capire dove verranno attuati in concreto. E si tratta di un fulmine a ciel sereno in contraddizione con gli investimenti effettuati e pressioni per avere le autorizzazioni a nuove aperture. Gli insediamenti di questi poli non avvengono a caso, ma solo dopo approfonditi studi di mercato e analisi sui servizi a disposizione in quelle aree». Insomma, difficile che il gigante delle vendite on line, dopo aver puntato su quest'area, ci ripensi così repentinamente. «Non mi stupirebbe che dietro all'annuncio di esuberi ci fossero strategie a tavolino, magari per cercare un'ulteriore riduzione del costo del lavoro», sottolinea Pozza. Che, d'altra parte, non si nasconde come il radicamento in un territorio delle grandi multinazionali sia limitato: «È il modello americano: oggi do lavoro a centinaia di persone, domani chiudo e lascio tutti a casa. E le grandi piattaforme tecnologiche hanno già dimostrato di avere un pelo sullo stomaco molto alto in tale ambito».

I poli

Il nuovo polo nella periferia di Treviso ha un gemello in comune di Riese Pio X: in questo caso, la struttura è pienamente in funzione da quasi un anno e mezzo. Si tratta dell'ultimo anello della catena distributiva sul territorio della società fondata da Jeff Bezos: qui arrivano i vari articoli ordinati per l'intera area di competenza, vengono smistati, per poi ripartire con i furgoni verso il domicilio dell'acquirente finale. Secondo i dati forniti in fase di inaugurazione, il centro dà lavoro a una ventina di addetti a tempo indeterminato, più una cinquantina di autisti delle ditte incaricate delle consegne. Il sindaco Matteo Guidolin non entra nelle strategie aziendali in tema di occupazione, ma conferma di non aver al momento alcuna indicazione di un ridimensionamento dell'attuale attività e, quindi, di tagli al personale: «C'è un dialogo abbastanza frequente con i responsabili locali dell'azienda, ma non ho avuto alcun segnale di questo tipo». Anche la viabilità non ha subito particolari ripercussioni: «Si vedono i furgoni circolare in paese, ma l'impatto è stato tutto sommato gestibile. Anche perché la sede è situata in zona industriale, i camion che scaricano i prodotti arrivano di notte e i furgoncini, circa 80-90, partono alla mattina e tendenzialmente rientrano la sera coprendo tutto il territorio».

 

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Il Gazzettino