OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - «Ho accoltellato un ragazzo, sono pronto a farlo ancora» questo quanto ha detto Marco Viezzer, il 19enne di Pieve di Soligo ai carabinieri, dopo aver aggredito ferocemente il coetaneo Adriano Zara, lasciandolo con una profonda ferita tra il collo e il trapezio nel centro del paese, in borgo Stolfi. Prima di esser arrestato per tentato omicidio. Oggi comparirà in aula per l’udienza di convalida, assistito dall’avvocato Marco Furlan. Mentre Adriano Zara, dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato la notte stessa in gravi condizioni, racconta: «Sono stato accoltellato alle spalle. E non so ancora perchè. Marco era mio amico. Ho sentito il rumore del coltello a serramanico che scattava. Non lo dimenticherò più. L’ho risentito dieci, cento, mille volte stanotte. Mi addormentavo e mi risvegliavo. In un incubo che non ha fine». Il 19enne di Pieve di Soligo colpito la notte tra lunedì e martedì è stato fortunato. La lama, che è penetrata 8 centimetri tra la nuca e il trapezio, gli ha scheggiato la vertebra C4, praticamente sul collo. Un po’ più a fondo e sarebbe potuto restare paralizzato. «Adesso sto relativamente bene, i medici hanno detto che sono fuori pericolo. Ma devo tornare in ospedale per essere sottoposto a Tac. Hanno detto che la ferita alla vertebra è seria. E poi, sono ancora sotto choc. Quello che mi è successo è talmente assurdo che, alle volte, penso di essermelo sognato». Adriano ripercorre quella serata nei minimi dettagli. Senza trovare, alla fine, una ragione per quella brutale aggressione. Mentre Marco Viezzer, 19enne anche lui di Pieve di Soligo, è ai domiciliari. Era fuggito ma è stato fermato dai carabinieri a Follina, a sette chilometri dal luogo dell’aggressione.
La ricostruzione
A raccontare quella serata è Adriano: «Eravamo in compagnia e siamo andati in un bar a bere una birra.
La vittima: «Ora chiederò i danni morali»
Adriano, difeso dall’avvocato Pio Ugo Ori, ha deciso: «Gli chiederò i danni morali e fisici. Era amico mio, adesso non lo è più. Deve provare il carcere. Deve capire quanto male mi ha fatto. Ha sempre avuto tutto, anche i genitori gli sono sempre stati dietro. Secondo me, lunedì sera non era alterato. Era pienamente in sè e sapeva quello che voleva fare. Voleva farmi del male». Ma se gli si chiede la ragione di tanta ferocia, Adriano farfuglia. «Non so, non l’ho capito. E non l’ho più sentito» risponde. E aggiunge: «Non me lo sarei mai aspettato. Non potevo immaginarlo. In tutta la serata è stato com’è di solito. Non auguro a nessuno il dolore fisico e la delusione per un amico che non è più tale». I due avevano già combinato qualche marachella, finita con una denuncia e poi il perdono giudiziale, appena quattordicenni. Uno all’alberghiero e l’altro all’Ipsia una mattina avevano “marinato” scuola per rubare la bicicletta di un ragazzino delle medie. Per un po’ non si erano più visti. Poi, l’amicizia si era rinsaldata negli ultimi anni. E, adesso, quello che hanno da dirsi se lo diranno in un’aula di tribunale.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino